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Identikit letterari: Philip Roth

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Philip Roth è tra i più celebri autori statunitensi e molto apprezzato sia dal pubblico e dalla critica. Uno di quegli scrittori contemporanei che hanno lasciato un segno nella storia della letteratura con i suoi romanzi, vincitore del premio Pulitzer nel 1998, ma rivoluzionario per molti dei romanzi da lui scritti.
È inoltre considerato uno dei più importanti autori ebrei di lingua inglese contemporanei.

La vita di Philip Roth

Philip Roth nasce a Newark il 19 marzo 1933, figlio d’immigrati galiziani di religione ebraica. Cresce in un ambiente borghese e ortodosso, e da subito è stato uno studente brillante.

Si è laureato in letteratura alla Bucknell University, ha preso un master alla Chicago University, è stato insegnate di letteratura all’università dell’Iowa e a Princeton, per poi insegnare letteratura comparata all’Università della Pennsylvania fino al 1991, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.

Nel 1963 sposa la prima moglie, Margaret Martinson, morta poi in un incidente stradale nel ’68, e parte importante nella sua esperienza letteraria. Nel 1974 sposa la seconda moglie Claire Bloom, da cui si separerà nel 1994.

Nel 2012 Roth annuncia pubblicamente il suo ritiro dalle scene letterarie, dichiarando «Alla fine della sua vita il pugile Joe Louis disse: “Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione”. È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne». Successivamente ha dato disposizioni di distruggere dopo la sua morte  il suo archivio personale per evitare di pubblicare inediti che in esso si potevano trovare.

Ci ha lasciati nel 2018 a causa di un insufficienza cardiaca, all’età di 85 anni.

Le opere

In Italia Philip Roth viene pubblicato da Einaudi editore, di seguito tutte le opere tradotte nel nostro paese

  • Pastorale americana (1998)
  • Operazione Shylock (1998)
  • Il teatro di Sabbath (1999)
  • Ho sposato un comunista (2000)
  • Lamento di Portnoy (2000)
  • La macchia umana (2001)
  • L’animale morente (2002)
  • Lo scrittore fantasma (2002)
  • Chiacchiere di bottega (2004)
  • Zuckerman scatenato (2004)
  • Il complotto contro l’America (2005)
  • Il seno (2005)
  • L’inganno (2006)
  • La lezione di anatomia (2006)
  • L’orgia di Praga (2006)
  • Everyman (2007)
  • Patrimonio(2007)
  • Il fantasma esce di scena (2008)
  • Il professore di desiderio (2009)
  • Indignazione (2009)
  • L’umiliazione (2010)
  • La controvita (2010)
  • Nemesi (2011)
  • «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, guardando Kafka (2011)
  • La mia vita di uomo (2011)
  • Goodbye, Columbus (2012)
  • Quando lei era buona (2012)
  • I fatti (2013)
  • La nostra gang (2014)
  • Il Grande Romanzo Americano (2014)
  • Lasciar andare (2016)

Lo stile di Roth

Philip Roth ha uno stile inconfondibile, una prosa eccezionale e ricercata che non disdegna virtuosismi e prove di stile nei suoi romanzi.

Roth è stato uno sperimentatore dunque, con numerosi esempi di esperimenti letterari: ricordiamo ad esempio il celebre e controverso Lamento di Portnoy lungo romanzo monologo, oppure Il grande romanzo americano in cui parla di sport giocando con la letteratura, oppure Inganno in cui basa un intero romanzo su un dialogo, o ancora La nostra gang, simil spettacolo teatrale satirico. Un autore che con la penna ha giocato più volte, prendendo in giro i suoi lettori, se stesso e la sua critica, divertendosi a provare nuovi metodi di scrittura e diverse forme per esprimere la sua letteratura.

Nei suoi romanzi c’è, specie all’inizio, una forte componente autobiografica: Roth nelle sue storie parla di sé, della sua vita da ebreo americano, della sua esperienza borghese, del suo rapporto controverso con le donne e la sua famiglia, della sua esperienza da professore di letteratura e scrittore. Leggendo i suoi libro conosciamo la sua vita, con alter ego letterari ma anche ogni tanto essendo egli stesso protagonista delle sue opere, come in Operazione Shylock.

Tra i temi ricorrenti nelle sue opere troviamo dunque il suo rapporto con le sue origini ebraiche, con la religione, con l’ortodossia. Con posizioni a volte controverse e non sempre apprezzate dalla sua famiglia e dalla comunità ebraica, è stato più che diretto nelle sue posizioni parlando della religione e della società collegati al suo essere ebreo. Importante però è senza dubbio la sua voce come uno dei più influenti scrittori ebrei di lingua inglese.

Anche le donne e il suo rapporto sono argomenti molto presenti nei suoi testi; definito più volte misogino, Roth non ha paura di esprimere i suoi rapporti controversi con il gentil sesso, l’esperienza traumatica del primo matrimonio, e in generale le difficoltà delle relazioni. Anche la componente sessuale non ci viene risparmiata, facendo diverse allusioni in più romanzi e facendo scalpore più di una volta.

E poi l’analisi, le nevrosi, e la società americana. La letteratura di Roth rispecchia il suo tempo e non nasconde una forte critica tutt’altro che velata degli stati uniti, dalla politica alla società, al crollo del sogno americano e l’ossessione verso di esso, e ancora l’ossessione alla lotta al comunismo, il perbenismo e il bigottismo del suo paese.

Roth nel suo lavoro e nella sua opera ha descritto in maniera minuziosa le controversie e le contraddizioni del suo paese, fotografando un’epoca e lasciandoci capolavori della letteratura. Un autore non sempre facile da legger ma straordinario che ha creato libri immensi e straordinari, che tutti dovrebbero provare a leggere almeno una volta nella vita.

Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.

Giorgia

Le fonti che ho usato per scrivere questo articolo:
https://www.einaudi.it/speciali/philip-roth/
https://www.treccani.it/enciclopedia/philip-roth/
https://it.wikipedia.org/wiki/Philip_Roth
in copertina Tomáš Krist / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/2.5)

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