Pulp, un Charles Bukowski a fine carriera con un noir surreale

Identikit letterari: Charles Bukowski

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È uno degli scrittori più citati d’internet, anche erroneamente, che con la sua immagine di genio ribelle ha creato un mito. Amato o odiato per il suo stile duro e la sua vita dissoluta, si può dire che Charles Bukowski sia uno di quegli scrittori che ha segnato l’ultima metà del secolo scorso e la storia della letteratura americana.

La sua vita

Heinrich Karl Bukowski nasce in Germania, ad Andernach, nel 1920. Figlio di padre statunitense e madre di origini tedesche e polacche, passa pochissimi anni in Europa, dove i genitori si conobbero, e all’età di tre anni si trasferisce in America, a Baltimora.

Arrivati nella terra delle opportunità per sembrare più americani, i genitori inizieranno a chiamarlo Henry, che poi si trasformerà nel celeberrimo Hank. Dopo aver fatto un po’ di fortuna, i Bukowski si trasferiranno a Los Angeles vicino alla famiglia del padre.
Nella città Bukowski passerà tutta la sua infanzia costretto all’isolamento dalla famiglia, iniziando a mostrare una chiara vocazione  per la scrittura. Henry ha difficoltà a integrarsi con i suoi coetanei per la sua natura schiva e timida, e viene isolato anche per il suo accento straniero.

A 13 anni comincia a bere e si unisce a una banda di teppisti; si diploma alla L.A. High school, dopodiché frequenterà qualche corso di giornalismo e letteratura all’università; in quel periodo si avvicinerà a un gruppo neonazista il German-American Bund.

A 20 anni abbandona la casa del padre iniziando un periodo di vagabondaggi e lavori saltuari, facendo un po’ di tutto per mantenersi e finendo anche in carcere per 17 giorni.

Il suo primo racconto viene pubblicato quando ha 24 anni, sulla rivista Story, il titolo originale è Aftermath of a Lengthy Rejection Slip; un’altra delle sue storie verrà incorporata in un’antologia intitolata Portfolio III. Ma non riuscendo ad avere il successo desiderato subito, Hank decise di accantonare la scrittura, e lo fece per dieci anni.

Questi sono gli anni che faranno da base a tutto quel che poi saranno i fondamenti della sua produzione successiva, tutti quegli eccessi da lui descritti prenderebbero ispirazione da questo periodo della sua vita; anche se egli stesso ha più volte ha raccontato sulla veridicità delle sue storie di aver mischiato fin troppo realtà e fantasia.

Dopo una serie di relazioni burrascose, negli anni sessanta ritorna a lavorare all’ufficio postale di Los Angeles dove aveva lavorato qualche anno prima, nel quale questa volta rimarrà ben 18 anni. In questo periodo ricomincia a scrivere, schiacciato dalla monotonia che il lavoro in posta gli dà; inizierà una collaborazione importante con il giornale The Outsider literary magazine.
Nel 1964 nascerà la sua unica figlia, Marina Louise.

Nel 1969 l’editore Black sparrow gli offre un contratto editoriale e Hank trova la scusa così di lasciare il tanto odiato lavoro alle poste e fare lo scrittore di professione. Dopo un mese pubblicò Post office, suo primo romanzo, che lo rese molto celebre da subito.

Questi sono anni delle letture delle sue poesie e di molte relazioni con donne, tanta di queste nominate nei suoi racconti.
A una lettura nel 1976 incontrerà Linda Lee che sarà la sua compagna fino alla morte, che, nonostante il rapporto burrascoso, mitigò il suo carattere e stile di vita.

Nel 1988 si ammalerà di tubercolosi, e nel 1994 morirà a Los Angeles, poco dopo aver finito il suo ultimo romanzo Pulp.

Sulla sua lapide sono incise le parole «Don’t try», tratte da una delle sue poesie, in uno dei consigli che voleva dare agli aspiranti scrittori.

La bibliografia di Charles Bukowski

Charles Bukowski è famoso per un’opera molto varia, tra romanzi racconti e poesie.

Della sua produzione contiamo però poche opere lunghe, che sono solo sei. I romanzi in questione sono Post Office (1971), Factotum (1975), Donne (1978), Panino al prosciutto (1982), Hollywood, Hollywood! (1990) e Pulp, (1994).

Per quanto riguarda i racconti brevi, la sua produzione è stata molto più elevata, e in Italia sono state pubblicate solo alcune di queste. Ricordiamo tra le antologie Storie di ordinaria follia, A sud di nessun nord, Musica per organi caldi, Niente canzoni d’amore, Confessioni di un codardo, Azzeccare i cavalli vincenti, Scrivo poesie per solo per portarmi a letto le ragazze, Il ritorno del vecchio sporcaccione, La campana non suona per te, Taccuino di un allegro ubriacone, Compagno di sbronze.

Come spesso ha dichiarato scriveva poesie per portarsi a letto le ragazze (titolo di una raccolta di racconti in italia) e le sue posie, anche a livello critico, sono sempre stati suoi lavori maggiormente apprezzati. Vi lascio un elenco di tutte le raccolte di poesie pubblicate nel nostro paese.

  • L’amore è un cane che viene dall’inferno. Poesie 1974-1977, 1979.
  • Poesie (1955-1973), a cura di Vincenzo Mantovani,  1979.
  • Los Angeles 462-0614. Poesie, introduzione di Giorgio Mariani, postfazione di Alex MacQuarrie, 1982.
  • Notte imbecille, 1993.
  • Non c’è niente da ridere, 1996.
  • 23 poesie, 1996.
  • Nato per rubare rose, 1997.
  • Le ragazze che seguivamo, 1998
  • Tutto il giorno alle corse dei cavalli e tutta la notte alla macchina da scrivere, 1999.
  • Quando eravamo giovani,  1999.
  • La canzone dei folli, 2000.
  • Si prega di allegare dieci dollari per ogni poesia inviata, 2001.
  • Evita lo specchio e non guardare quando tiri la catena, 2002.
  • Seduto sul bordo del letto mi finisco una birra nel buio, 2002.
  • Il grande, 2002
  • Spegni la luce e aspetta, 2003.
  • Santo cielo, perché porti la cravatta?, 2003.
  • Quando mi hai lasciato, mi hai lasciato tre mutande, 2004.
  • I cavalli non scommettono sugli uomini (e neanche io), 2004.
  • Sotto un sole di sigarette e cetrioli, 2005.
  • Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore, 2006.
  • E così vorresti fare lo scrittore?, 2007.
  • Una notte niente male, 2008.
  • Cena a sbafo, 2009.
  • Tutti gli anni buttati via, 2010.
  • So benissimo quanto ho peccato, 2011.
  • Ehi, Kafka!, 2012.
  • Il crimine paga sempre, 2013.
  • Ce l’hanno tutti con me, 2013.
  • Una torrida giornata d’agosto, 2014.
  • Mentre Buddha sorride,  2015.
  • Sui gatti, 2017
  • Sull’amore, 2016
  • Una donna sulla strada,  2016.
  • Il meglio, 2018.

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Il suo stile unico

La forza di Charkles Bukowski è il suo stile peculiare, che lo ha reso uno scrittore unico. Sia che si parli della sua produzione poetica, che dei suoi romanzi, Bukowski ha una penna diretta, che è pulito da ogni fronzolo, puntando al minimale. Uno stile pulito che si accosta a un linguaggio gretto, rozzo, diretto ma anche volgare, senza censurarsi ma esprimendo i suoi pensieri attraverso proprio questo suo modo popolare di parlare.

Tra i massimi esponenti dunque di una corrente denominata Realismo sporco, Bukowski ambienta le sue opere in quegli ambienti degli USA sordidi e malfamati, principalmente fa di Los Angeles la sua scena preferita per ambientare i suoi scritti.

I temi trattati nei suoi racconti sono ricorrenti e richiamano la vita stessa dell’autore. E così che alcol, prostitute, gioco d’azzardo vengono riproposti nelle sue opere, romanzando la vita eccessiva e al limite che l’autore ha vissuto. In questo modo Hank ci mostra un quadro di una parte degli Stati Uniti che prima di quel momento non era mai stata raccontata tanto esplicitamente.

I protagonisti delle sue storie sono quindi emarginati, persone che stanno ai bordi della società, sopravvivono a stento e bevono molto. Spesso questo può sembrare una denuncia all’illusione del sogno americano, una bugia che ha ingannato un po’ tutti facendogli credere di poter diventare qualcuno – cosa che a lui poi accade davvero, perché godeva di una discreta fama anche in vita – per essere risputati poco dopo ai margini e dimenticati.
Una protesta senza colore o partiti, di cui riempie i suoi libri di satira e critica sociale; una lotta quasi personale contro quella società malata che lo circonda, la cui risposta è solo una vita condotta verso l’eccesso.

Anche il sesso è una parte fondamentale della produzione artistica di Bukowski: suoi libri sono espliciti e parlano di sessualità in maniera ossessiva; non si arriva a considerarli romanzi erotici però, ma la componente sessuale è presente ovunque.
Questa non viene esaltata o narrata in maniera bella o eccitante, al contrario: il sesso in Bukowski è sporco, deprimente, penoso, dando una parvenza di realtà, quella realtà che vive in alcuni ambienti al margine.

I suoi scritti sono pervasi da due caratteristiche fondamentali: una forte rabbia nei confronti della società – ma anche di tutto il genere umano, diceva infatti spesso come provocazione «umanità mi stai sul cazzo» – ma pure una sorte di macabra ironia in tutte le sue storie, quel modo in cui Hank aveva di riderci su e scherzare su ogni cosa.

Oltre che nella prosa, come vi ho anticipato, Hank è stato molto attivo nella produzione poetica, ricca e davvero varia, dove dà il suo meglio regalando versi realisti impregnati ancora dei suoi temi ricorrenti, ma che anche le sue opere più riconosciute a livello critico, rimanendo tra i versi migliori composti del suo periodo.

Per concludere, Charles Bukowski è con gli anni diventato un’icona pop, ma è anche uno scrittore che con la sua unicità si è fatto amare e odiare dividendo pubblico e critica. Hank è uno di quegli autori che non sono per tutti, diciamocelo, ma se si riesce ad amarlo e andare al di là delle parole fine a se stesse, si riescono a leggere dei messaggi molto veri, e spietati, sulla società in cui viveva.

Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.

Giorgia

Le fonti che ho usato per scrivere questo articolo sono:
https://lacapannadelsilenzio.it/charles-bukowski-lo-scrittore-che-derise-lumanita/
https://www.sololibri.net/Charles-Bukowski-vita-opere.html
https://biografieonline.it/biografia-charles-bukowski
https://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Bukowski#Raccolte_di_poesie

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