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Identikit letterari: Murakami Haruki

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Chi mi conosce lo sa, Murakami Haruki è uno dei miei scrittori preferiti, per il quale provo una stima (che si trasforma a volte in riverenza) incredibile.

Al momento Murakami è uno degli scrittori giapponesi più celebri nel suo paese, ma anche a livello internazionale, tradotto infatti in oltre 50 lingue; il suo lavoro gli ha procurato molti premi letterari, tra cui il Gunzo Award (primo riconoscimento che lo ha lanciato nel mondo della scrittura come professione) il World Fantasy Award, il Frank O’Connor International Short Story Award, il Franz Kafka Prize, e il Jerusalem Prize. Ma lui non è mai stato molto interessato ai premi, tanto che nel 2018 ha chiesto di ritirare la sua candidatura al Nobel.

Steven Pool del The Guardian lo ha definito il più grande romanziere vivente per il suo lavoro e i risultati ottenuti durante la sua carriera.

La vita di Murakami Haruki, 30 anni di carriera da scrittore

Murakami nasce nel 1949 a Kyoto, figlio unico e a detta sua anche abbastanza viziato. Cresce a Kobe e per studiare all’università si trasferisce molto giovane a Tokyo.
Quelli sono gli anni delle rivolte studentesche, alle quali il giovane Haruki non parteciperà perché troppo individualista e disinteressato a quel che gli accade intorno. Le sue passioni sono la musica e la letteratura, specie quella occidentale; il suo amore per i libri sin da giovane è forte, e si diletta a leggere autori come Falubert, Kafka, Fitzgerald, Dickens, Dostoijevsky, Vonnegut e Keruac.

Studia teatro e sceneggiatura ma dichiara di non essere stato un ottimo studente, ma nemmeno uno cattivo: non si è mai applicato molto e ha sempre fatto il minimo indispensabile. Nel periodo universitario conosce Yomo, che è sua moglie.

Terminerà l’università lavorando per mantenere lui e la sua compagna, e, presa la laurea, si lancerà e aprirà un bar; con il tempo il locale si trasformerà anche in un ritrovo in cui gli artisti facevano esibizioni dal vivo, facendo vivere il giovane Haruki di una delle cose che amava di più, ovvero la musica.

Prima dei suoi trent’anni ebbe un epifania durante una partita della sua squadra preferita di baseball, quando un battitore colpì una doppia, realizzando in quel momento che anche lui sarebbe stato in grado di scrivere un romanzo. Tornò a casa e da quella sera iniziò a scrivere, tutte le sere, sul tavolo della cucina. Dopo la doppia stesura del suo primo manoscritto, Murakami Haruki vincerà, non aspettandoselo, il premio Gunzo per gli scrittori emergenti e iniziando da allora la sua carriera di scrittore di professione.

Da allora parte una carriera trentennale di best seller e opere che sono rimaste impresse nella storia della letteratura contemporanea, portando l’autore a vincere moltissimi riconoscimenti, e e considerarlo uno dei migliori scrittori viventi. Da anni, girano voci nell’ambiente letterario sul fatto che prima o poi gli verrà conferito un nobel per la letteratura,

A livello personale rimane molto umile e con i piedi per terra come dichiara egli stesso nei pochi testi in cui parla si sé, ma allo stesso tempo è anche consapevole della sua costanza e talento; non ama stare sotto i riflettori, e per quanto riguarda la sua vita privata è riservato e introverso.

Le opere

La produzione di Murakami è davvero ricca e contraddistinta da una varietà incredibile; per questo motivo vi parlerò oggi solo delle opere che sono state tradotte in italiano e pubblicate nel nostro pese, con Giulio Einaudi editore che in Italia ha l’esclusiva dello scrittore.

Vento & flipper viene pubblicato nel nostro paese nel 2016, ma è un volume che racchiude al suo interno le prime due opere dello scrittore (1979-1980); il libro infatti contiene Ascolta la canzone del Vento e Flipper.

Andando in ordine cronologico di pubblicazione qui in Italia nel 1992 esce Sotto il segno della pecora, mentre nel 1993, cinque anni dopo il suo debutto giapponese, Norwegian wood, conosciuto anche come Tokyo blues nelle prime edizioni italiane, iniziando a far apprezzare nel nostro paese la scrittura di Murakami; il 1996 è l’anno di un altro successo interazionale, ovvero Dance Dance Dance.

Successivamente vengono pubblicati L’uccello che girava le viti del mondo (1999), A sud del confine, a ovest del sole (2000), L’elefante scomparso ed altri racconti e La ragazza dello sputnik (2001).

Nel 2002 esce La fine del mondo e il paese delle meraviglie, mentre nel 2003 Underground; il 2005 è l’anno in cui arriva anche a noi la raccolta di racconti Tutti i figli di Dio danzano, e viene pubblicato una seconda antologia dal titolo La strana Biblioteca.

Nel 2008 arrivano in Italia due grandi successi, ovvero Kafka sulla spiaggia e After Dark. L’anno successivo viene pubblicato il saggio L’arte di correre, e nel 2010 il romanzo I salici ciechi e la donna addormentata.

Nel 2011 esce un nuovo successo internazionale: 1Q84 con i suoi tre libri.

Verranno tradotti anche Ritratti in Jazz (2013), Sonno (2014), L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (2014), e Uomini senza donne (2015).

Il 2016 esce qui Gli assalti alle panetterie, mentre nel 2017 viene pubblicato Ranocchio salva Tokyo, racconto già annoverato in Tutti i figli di dio Danzano.

Nel 2017 esce Il mestiere dello scrittore, per arrivare poi all’ultimo romanzo di Murakami, L’Assassinio del commendatore, uscito in due parti, una nel 2018 e la seconda nel 2019.

Uno stile tutto suo

Dal suo Il mestiere dello scrittore dice che non ha scelto di fare il romanziere di professore, ma gli è capitato. Che è una cosa che a me è parsa davvero singolare, considerando il successo mondiale che ha avuto e la lunga carriera piena di libri meravigliosi che ci ha regalato. Ma Haruki Murakami parla di sé in maniera molto diretta e umile, pensando sempre non tanto alla sua gratificazione personale, ma a noi lettori che compriamo i suoi libri.

Sul suo sito si può leggere che la sua opera è stata influenzata maggiormente da Carver (che ha anche conosciuto personalmente), Vonnergurt e Brautigan; essendo un avido lettore sin da giovane e avendo una predilezione per la letteratura occidentale, a differenza dei suoi colleghi nipponici, la scrittura di Haruki Murakami ha avuto sicuramente forti interferenza dai classici europei, ma pure di quella contemporanea statunitense. Sempre in Il mestiere dello scrittore dice che al tempo in cui si affacciava alle sue prime esperienze da romanziere, non sapeva molto di quel che leggevano i giapponesi perché leggeva pochissimi scrittori del suo paese. E così il suo stile, di certo forgiato da una serie di influenze culturali giapponesi, risente del suo amore per la letteratura straniera diventando una speciale commistione tra oriente e occidente.

E così racconta che il suo primo libro è stato scritto prima in giapponese, ma non contento del risultato finale, decise di riscriverlo: peculiare la scelta di riscrivere l’incipit in inglese, dove il suo livello di scrittura in quella lingua all’epoca era molto basico, e ritraducendolo nella sua lingua madre ha forgiato in questo modo uno stile unico e peculiare, pulito dai fronzoli e dalle eccedenze, rimasta nuda e pura la parola, i fatti, le storie.

Chiunque abbia mai letto un romanzo dello scrittore, si sarà accorto che le sue storie sono ricche di magia, di sogni, di illusioni, di fantasmi, di cose che vanno oltre alla comprensione umana. Queste suggestioni che molte volte richiamano la cultura popolare giapponese, e si uniscono a storie dure, crude, che analizzano la vita in maniera fin troppo realista e cinica. Un realismo magico che sembra prendere ispirazione da quello sudamericano, ma unito a una cultura secolare come quella del sol levante, con le sue ambientazioni, leggende, e miti.
Come dichiara in una intervista all’Espresso molte volte sono i suoi stessi personaggi che lo vanno a trovare, che gli appaiono e prendono vita per poi popolare le sue storie al limite del grottesco.

Caso eccezionale nella sua produzione è però Norwegian Wood, definito dallo stesso Murakami il suo romanzo d’amore, che sembra avere uno stile differente dalle sue opere precedenti e successiva del romanziere, ma anche pare essere vagamente autobiografico.

Infine nei suoi libri si trovano tanti riferimenti a musica e letteratura, i suoi grandi amori, citando classici letterari ma anche musicali, che alcune volte danno il titolo ad alcuni dei suoi romani (Dance dance dance e Norwegian Wood).

Concludendo questa chiacchierata su Murakami Haruki, non si può negare il talento incredibile di questo romanziere che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, rendendolo uno degli autori più pubblicati del pianeta; entra in empatia con noi lettori grazie alla sua penna e le sue storie assurde alcune volte, ma straordinarie. Nonostante la fama è rimasto sempre se stesso, evolvendosi certo, ma non tradendo noi lettori, regalando al mondo best seller si, che rimangono allo stesso tempo dei piccoli gioielli letterari.

Potete trovare tutte le recensioni dei titoli dell’autore → qui.

Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.

Giorgia

In copertina Murakami Haruki by wakarimasita of Flickr / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)
Le fonti che ho usato per scrivere questo articolo sono:
https://en.wikipedia.org/wiki/Haruki_Murakami
http://www.incipitmania.com/incipit-per-autore/aut-m/murakami-haruki/haruki-murakami-opere/

Author


https://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2014/02/03/news/i-due-mondi-di-haruki-murakami-il-sesso-e-la-porta-simbolica-1.150926

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