Vacanze forzate diario letterario di un’italiana in Australia

Diario letterario di un’italiana in Australia: vacanze forzate

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Tutte le cose belle devono finire prima o poi, giusto?
Ecco questa è la storia di come mio periodo di tranquillità a Bicheno, prolifico momento di vita, è terminato in maniera completamente inaspettata a causa di cose che escono fuori dal controllo di chiunque, e dalla più lontana delle previsioni.
In questo diario letterario di un’italiana in Australia vi racconto le mie attuali vacanze forzate.

Lavoravo fino a 10 giorni fa in una fabbrica di aragoste. Un’azienda che non fabbrica i crostacei nello specifico, ma che ha fatto il suo core business nell’export di un tipo di aragoste che si trovano solo nel mare della Tasmania. Il principale cliente di questa azienda è la Cina, ma la Cina, come tutto il mondo sa, da qualche settimana a questa parte ha chiuso i suoi confini a causa di un virus che ormai è diventato un’emergenza internazionale che sta portando tutti alla psicosi, come altri prima di lui. Esatto ragazzi, il coronavirus. Ed esatto numero due, ho perso il lavoro a causa del coronavirus.

Adesso vi ragguaglio un po’ meglio: non ho ancora perso tecnicamente il lavoro perché il mio capo è risultato molto vago al riguardo, parlando a noi ragazzi con sincerità e dicendo che tutti gli ordini sono stati annullati e non ci sarebbe più stato bisogno di noi fin quando la situazione non si sarebbe sbloccata; ha detto anche che preferirebbe che lavorassimo noi li in futuro invece che altri, ma l’evoluzione del tutto non si può monitorare o prevedere facilmente. I dati cambiano giornalmente, e da un paio di giorni  ad esempio sono chiusi anche i voli passeggeri australia-cina.
Dunque, con un briciolo di cervello, ci siamo resi conto che è molto probabile il nostro lavoro dei sogni non lo avremo più indietro, ed è ora di trovare altro da fare.

Non mi era mai capitato prima di ora che la mia personale esistenza fosse influenzata da una cosa che ha una tale risonanza mondiale; mi spiego meglio: tutti noi abbiamo sempre osservato fatti come questi da lontano, con preoccupazione sì, ma con la speranza che certi avvenimenti straordinari e terribili al tempo stesso non colpissero mai noi nella nostra sfera privata. Ecco, proprio per questa consapevolezza ho sempre pensato che una cosa tanto grande non potesse mai colpire una persona come me nella sua quotidianità che posso definire alquanto normale, nella media diciamo. Invece questa volta no, questo imprevedibile evento ha influito nella mia vita ma anche in quella di tanti altri, inficiando non solo sulla grande economia mondiale ma anche sulle esistenze più comuni come la mia.

Come sapete sono una ragazza coscienziosa ed ho già un nuovo gruzzoletto da parte ma non vorrei bruciarlo in queste vacanze forzate che sto vivendo a Bicheno. Che per carità, non mi stanno dispiacendo affatto, ma non posso stare qui a girarmi i pollici e pensare solo al blog (cosa che vorrei fare a tempo pieno, ma ahimè le mie risorse non sono illimitate, dunque toccherà darsi da fare in altri campi).

La mia prima settimana di vacanze forzate (è accaduto tutto lunedì scorso) è stata bella però: ho letto molto, ho fatto una passeggiata sulla spiaggia quasi tutti i giorni, ascoltato podcast super super interessanti, letto una rivista meravigliosa che ho trovato per caso, portato avanti il lavoro per tutto il mese del blog (in pratica ho recensioni e articoli programmati fino a marzo), ho finito di ideare nuovi template per instagram e ho fatto una scaletta di programmazione da qui alla fine dell’anno (questo è un po’ folle), ho fatto i primi bagni di queata estate australiana e cucinato cose buone spesso, ho visto film e serie tv che avevo interrotto tempo fa (Gossip girl nello specifico, ma ho un paio di cose che vorrei vedere). Quando finirò di scrivere questo articolo mi metto a infornare delle torte anche. Avendo tanti interessi molto tempo libero diciamo che mi sta tenendo bene occupata, anche perché a non fare nulla diventerei pazza.

Ma bisogna prendere più coscienza della situazione e iniziarsi a dare da fare, e così questa settimana mi ributterò nel mercato del lavoro. Non sono molto preoccupata nel trovare qualcosa abbastanza velocemente per me e Fede onestamente, le nostre passate esperienze mi hanno tranquillizzata al riguardo e ho visto come:
a) non sia troppo difficile trovare occupazione in questo paese;
b) io e dolcemetà siamo abbastanza in gamba (non prendetela per spavalderia o mancanza di umiltà, ma più un credere nelle proprie possibilità) per farci assumere in diversi settori. Bisogna vedere solo il dove, come e quando in pratica.

Io sono tutto sommato tranquilla al riguardo e ho comunque vibrazioni positive.

Le letture che mi hanno accompagnato in questi giorni sono state diverse e ho terminato qualche libro; ho finito La Storia di Elsa Morante che si è rivelato un romanzo meraviglioso, doloroso e terribile a tratti, ma necessario. Con sorpresa ieri ho scoperto che conta più di 700 pagine e mi sono sentita un’eroina onestamente, riflettendo sul fatto che se non fosse stato sul kindle probabilmente avrei aspettato a leggerlo: ho paura dei libri troppo grandi.
Ho poi iniziato finalmente a legger Beautiful and Damned di F.S.Fitzgerald in inglese, lettura che mi trascino da prima di natale, e questa volta mi sta coinvolgendo molto. Mi devo sbrigare perché tra poco bisogna riportarlo in biblioteca.
Dopodiché ho iniziato la lettura di Circolo chiuso, il Coe del mese e di Racconti di Pietroburgo di Gogol per la nostra maratona classica annuale: entrambi molto belli e con un potenziale altissimo.
Ho superato la metà di Rose Madder di King, che mi ha fatto vacillare, perché il paranormale non ce lo vedevo bene con questa storia, speriamo che in qualche modo l’autore mi faccia cambiare idea.
Ho iniziato le prime pagine di altri due libri che per ora non menzionerò nemmeno perchè non iniziati con serità ma solo con curiosità.
Continuo poi la mia attività da beta lettrice e ho letto e terminato il mio secondo manoscritto di gennaio.

Come vedete sono molto produttiva lately, ed è bello essere in vacanza quando vivi in un posto bello come questo. Le spiagge, l’oceano e gli scogli sono fantastici e Bicheno sembra un adorabile paradiso da cartolina, quasi finto a volte. Mi piace passeggiare tra questi giganteschi roccioni e scoprire ogni volta angoli differenti e spiaggette isolate che mi fanno stare bene. Anche se presto lo lascerò, porterò per sempre questo posto nel cuore.

La mia lista di cose da fare si sta accorciando vorticosamente, e se piove come oggi non mi piace stare rinchiusa in casa: tradotto in parole povere mi sto iniziando ad annoiare. Quindi il motto di questo diario letterario è keep moving, non mi voglio fermare ora che ho tanta energia e nonostante le vacanze forzate, devo presto trovare un nuovo lavoro, e magari un nuovo luogo dove vivere.

Nonostante in questi mesi mi sia aperta molto con voi, in un modo che non ho mai fatto prima d’ora sull’internet, ho avuto il dubbio se pubblicare o meno questo diario perché mi è sembrato, più che in altre occasioni, di aprire e sbandierare la mia vita privata al mondo. Infatti per questo motivo pubblico il diario oggi anziché ieri. Non so alla fine se sto facendo la cosa giusta o sono presa da rimorsi di coscienza senza senso, ma ho deciso nonostante tutto di condividere parte della mia quotidianità, nel bene e nel male, con voi, e quindi ho optato per un sì.
Dopo questo veloce aggiornamento sulle mie vacanze forzate e la mia attuale precaria situazione io vi saluto, con la promessa di farvi sapere le novità sulla mia avventura in Australia il prima possibile, vi mando un abbraccio a tutti.

Giorgia

P.s. se non sapete di che ho farneticato fino a ora e volete capire cosa è questo diario letterario, vi invito a vedere la sezione del blog a lui dedicata -> Diario letterario di un’italiana in Australia!

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