ho sposato un comunista recensione libri Philip roth

Recensione di Ho sposato un comunista di Philip Roth

Reading Time: 3 minutes

Ho sposato un comunista Book Cover Ho sposato un comunista
Trilogia americana
Philip Roth
Narrativa
Einaudi
1998
Cartaceo- Ebook - Audiolibro
306

Negli anni Cinquanta Iron Rinn, attore radiofonico e attivista sindacale, sposa Eve Frame, una bella e ricca ex diva del cinema muto. Lui è di estrazione proletaria, lei ha pretese snobistiche, e il matrimonio è destinato a fallire. Cosí, quando Eve rivela a un giornale che suo marito è una spia dell'Unione Sovietica, il dramma privato diventa scandalo nazionale. Una storia di crudeltà, umiliazione, tradimento e vendetta. Un altro indimenticabile capitolo del grande affresco di Philip Roth sulla storia degli Stati Uniti.

Con il gruppo di lettura dedicato a Philip Roth lo scorso mese abbiamo letto assieme Ho sposato un comunista, romanzo del 1998 che dopo un inizio lento mi ha conquistato appieno, diventando uno dei miei titoli preferiti dell’autore statunitense.

Di cosa parla Ho sposato un comunista?

Natan Zuckerman incontra un suo vecchio insegnante di letteratura, il migliore, quello che lo ha portato ad amarla. Iniziano a chiacchierare sul fratello del professore, Ira, mentore dello stesso Nathan, e della storia del suo matrimonio con la famosa attrice del cinema muto Eve Frame, una donna ossessionata dalla figlia con la quale ha un rapporto morboso.

Questa la premessa per un libro maestoso, che parla di contraddizioni, di politica, di amore, di relazioni umane in un vortice che porterà ad alcuni eventi che segneranno il disfacimento della vita di Ira Rinn, ma anche di suo fratello, influenzando lo stesso narratore.

Roth dà in il meglio di sé raccontando storie di famiglie disfunzionali: lo fa in Pastorale americana ma in Ho sposato un comunista, che assieme a La macchia umana compongono La trilogia americana. I temi trattati in Ho sposato un comunista sono simili al celebre libro che ha permesso a Roth di vincere il Pulitzer, ma qui Roth li sviluppa in maniera diversa. Abbiamo uno Zuckerman narratore, un americano che ha segnato in qualche modo la vita dello scrittore alter ego di Roth, c’è una famiglia che vive di apparenze e una relazione disfunzionale con i figli. Ingredienti molto simili trattati in maniera diversa: qui l’autore si concentrai sul tema della politica, più che sul disfacimento del sogno americano; il tema del crollo delle illusioni borghesi è presente, ma trattato dalla prospettiva di un uomo che va contro la società costituita: Ira è un comunista, e su questo gireranno gli eventi principali della trama.

L’ossessione americana per la lotta al comunismo viene raccontata in maniera diversa rispetto altre opere dell’autore, mostrando entrambi i lati della medaglia: la follia collettiva della società e la paura del mostro comunista vengono contrapposte al crollo dell’ideale puro dell’utopia, quello che ha dato forza all’intera vita di un uomo, in cui egli si fidava ciecamente. In più viene mostrata anche la doppia faccia dell’uomo comunista, pieno d’ideali ma che ricerca nella sua vita valori borghesi: sposa una donna bellissima e ricca, vive di tradimento e menzogna, e ricerca l’ideale della famiglia americana perfetta (altro parallelo con lo svedese di Pastorale americana) ma allo stesso tempo commette errori in gioventù che lo porteranno alla macchia.

Interessante è anche come viene descritto il rapporto con i figli: una madre con un’ossessione costante per una figlia, ma allo stesso tempo sposa tre uomini per il suo puro egoismo, un uomo che vuole diventare padre e trova in un ragazzo studente del fratello quell’erede che avrebbe voluto e vede in lui la proiezione del figlio che non ha mai avuto. Ma anche il rapporto tra fratelli viene analizzato: la famiglia americana è complessa, piena di problemi relazionali e ricerca di una perfezione che non è raggiungibile, mentendo se stessi e agli altri per fingere di raggiungere questo sogni di perfezione.

In Ho sposato un comunista si vede anche uno scorcio del mondo dello spettacolo anche quello costruito su un castello di apparenze e fragilità complesse, in cui è più importante apparire che essere. Infine anche qui è trattato il tema dell’ebraismo ampiamente e di tutto quell’odio latente e quel pregiudizio, enfatizzato sempre nella parte borghese dello stesso.

Il mio rapporto con il libro è stato strano: l’inizio l’ho trovato lento e complesso, ma, arrivati al cuore della storia, mi sono innamorata completamente. Devo ammettere che ho cambiato modo di lettura: ho iniziato a leggere, ma visto che non riuscivo a rimanere concentrata sono passata all’audiolibro perché il titolo era disponibile anche su Audible.it. Devo dire che per questo titolo è stata la scelta migliore perché la storia ha iniziato a ingranare, forte anche di una lettura che mi è piaciuta particolarmente.

Ho sposato un comunista dunque non è un libro semplice, anzi è doloroso, parla di vite distrutte e fragilità nascoste da ideali e estetismo, uno di quei libri di Roth che consiglio assolutamente a cui vuole leggere un pezzo di letteratura moderna e farsi impressionare dalla potenza comunicativa e emozionale che un solo racconto può trasmettere.

Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link affiliato Amazon.

Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.

Alla prossima con una nuova recensione!

Giorgia

Reading Time: 3 minutes Titolo: Ho sposato un comunista Serie: Trilogia americana Autore: Philip Roth Genere: Narrativa Casa editrice: Einaudi Data di Pubblicazione: 1998 Formato: Cartaceo- Ebook – Audiolibro Pagine: 306 Negli anni Cinquanta…

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