La pioggia prima che cada

Recensione di La pioggia prima che cada di Jonathan Coe

Reading Time: 5 minutes

La pioggia prima che casa
Jonathan Coe
Narrativa
Feltrinelli Editore
Luglio 2007
Copertina flessibile
222

La Zia Rosamond non è più. È morta nella sua casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l’abbandono di Rebecca e la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass. Quando è morta, stava ascoltando un disco – canti dell’Auvergne – e aveva un microfono in mano. Sul tavolo c’era un album di fotografie. Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon whisky, ma… Accidenti, e quel flacone vuoto di Diazepam? Non sarà stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo a Imogen. Gill e David fanno un po’ fatica a capire chi sia questa Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo compleanno di Rosamond. Più di vent’anni prima, dunque. Imogen era quella deliziosa bimba bionda di sette o otto anni venuta con gli altri a festeggiare la padrona di casa: una bimba dolcissima e silenziosa, che si muoveva quasi furtivamente. Sembrava che avesse qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si facciano, Imogen non si trova. E allora non resta – come indicato dalla stessa Rosamond in un biglietto scritto prima di morire – che ascoltare le cassette. Le cassette incise dalla donna mentre sfogliava l’album di fotografie selezionando le venti istantanee in cui poteva compendiarsi la sua vita. E, assieme a Gill e alle sue due giovani figlie, il lettore ascolta la voce di Rosamond raccontare la storia della famiglia, le drammatiche vicende che hanno portato alla scomparsa di Imogen, tracciando uno spaccato di una certa società inglese, affrontando tematiche come quella dell’anaffettività verso le bambine e la genitorialità omosessuale, intrecciando destini con la consueta maestria e sensibilità di Jonathan Coe.

Ormai è quasi una tradizione che legga un libro di Jonathan Coe al mese. Il mese passato ho letto un altro dei suoi scritti, proprio per arrivare vicino al mio record personale di leggere la bibliografia completa di uno dei miei autori preferiti, e questa volta il romanzo è intitolato La pioggia prima che cada, edito per la prima volta nel 2007.

La trama di La pioggia prima che cada

Gill è incaricata di eseguire le ultime volontà dell’appena deceduta zia Rosdamund, anziana donna che non avendo avuto figli, ha chiesto alla nipote di rispettare le sue decisioni finali.

Finito il funerale, Gill, dopo essersi recata nell’appartamento della parente, trova un messaggio della defunta zia che le dà il compito di consegnare una serie di audiocassette a una certa Imogen, ragazza cieca di cui non sa molto, che la stessa Gill aveva incontrato una sola volta molti anni prima, proprio a una festa a casa della parente.

A causa delle infruttuose ricerche, la nipote è costretta lei stessa ad ascoltare le cassette per poter trovare qualche indizio su come ritrovare la ragazza, e inizia in questo modo a fare un viaggio nei ricordi della zia.

Le cassette infatti non riportano altro che la descrizione di qualche fotografia, che ripercorrono la vita di Rosamund, di sua Cugina Beatrix e della figlia Thea, nonché madre di Imogen.

E così si entra dentro una sorta di saga familiare raccontata dalla prospettiva di Rosamund, che narra gli eventi da spettatrice più che protagonista, raccontandoci le vicende di tre donne, di come le loro vite siano cambiate, distrutte, deteriorate in maniera ciclica.

La narrazione porta con sé alcuni temi portanti, tra cui il concetto circolare della vita, dell’esistenza, delle scelte. Coe ci parla di tre generazioni di donne, le quali ognuna a modo suo, come forma di ribellione a una genitrice che ha dato poco amore, fa scelte sbagliate e mette al mondo un altra donna che soffrirà alla stessa maniera in cui ha sofferto lei. Un concetto che sembra sbagliato a prescindere visto la sua circolare perversione, ma con un messaggio molto umano e soprattutto collegato alla vita reale; il messaggio in questione pare dirci che non sempre le persone imparano dagli errori altrui, non sempre quando l’esistenza si accanisce con qualcuno questo qualcuno è in grado di reagire, affrontare la vita e venirne fuori, non avere ulteriori mancanze, riscattarsi.

Una morale anti etteraria, che sembra sbagliata ma allo stesso tempo quella che accade più spesso nella vita vera: gli individui danno la colpa ad altri per i propri trascorsi, e molte volte compiono errori simili, rovinando ancora di più la propria esistenza, e di conseguenza quella di chi sta intorno a loro.
Quindi Coe in un certo senso ci parla di una concatenazioni di eventi, della vita intesa come un ciclo e del dolore che da essa ne deriva.

Anche se la storia portante di La pioggia prima che cada parla di altre tre donne, la vera protagonista di questo libro però è di certo la voce narrante, Rosamund, signora anziana che si trova a raccontare il passato di una parte della famiglia su nastri registrati.
Questo è sicuramente un escamotage narrativo che ci fa capire ancora una volta in primo luogo l’amore che ha Coe per le meta narrazioni (strumento letterario che usa in quasi ognuno dei suoi scritti), ma questa volta, secondo me, con una performance perfetta e facendo un esercizio stilistico eccezionale: l’espediente delle descrizioni di fotografie è geniale a parer mio e tira fuori tutto il potenziale di Jonathan Coe. Brillante, oltre per lo stile, questa scappatoia ai fini della trama, che rende la protagonista per la maggior parte delle pagine del libro una semplice canta storie, non capendo fino in fondo a che punto si voglia arrivare. A livello della trama infatti si capisce solo alla fine che ella è la protagonista indiscussa della sua storia, che usa gli ultimi momenti della sua vita come sfogo, come testimonianza degli errori che lei stessa ha commesso, dei rimpianti e dei rimorsi che ha avuto, del non capire che in fondo parlando degli sbagli altrui raccontava la storia della sua esistenza e dei suoi sbagli, dei suoi sensi di colpa e di come avrebbe voluto andassero le cose.

Tutte le protagoniste di questa storia, in fondo, ognuna in un modo o in un altro, sono tutte donne egoiste, e, anche chi cerca di fare del bene alla fine pensa sempre a ciò che sia più giusto per se stessa, e per il proprio tornaconto (seppur se non palesato ad alta voce).

Mi rendo conto che da come lo racconto sembra un romanzo in cui la figura femminile sia demonizzata e descritta in maniera terribile e ricca di stereotipi e luoghi comuni. E invece, leggendo questa storia di donne che hanno avuto una vita difficile e in qualche modo se la sono cercata, si leggono personaggi veri, reali, umani, che sbagliano.
Uno dei punti forti della scrittura di Coe è la sua abilità nella caratterizzazione, e anche questa volta non posso dire il contrario, poiché sembra di leggere la storia della vita di persone vissute per davvero, descritte in ognuna delle proprie sfumature nel bene e nel male.

Ultimo punto di forza di questo romanzo è il trattare tematiche LGBT con molta naturalezza: già con La casa del sonno Coe è stato un pioniere nel parlare di certi argomenti in letteratura, e lo fa anche qui, in modo diverso dal precedente scritto.
Ne La pioggia prima che cada l’autore racconta infatti la difficoltà di una donna lesbica tra gli anni ’60/’80, che affronta una serie di barriere culturali e sociali che ai giorni nostri sono più deboli e meno rigide, ma per quegli anni erano alte e piene di pregiudizi; e lo fa ancora una volta in maniera impeccabile, raccontando sia la normalità dell’amore a prescindere dal genere biologico, ma anche gli ostacoli che la società metteva sulla strada delle persone omosessuali non molto tempo fa.

La mia opinione

All’inizio questo volume mi è sembrato un po’ scialbo e sottotono; infatti fino alla metà del libro non mi sono particolarmente coinvolta nella storia raccontata da Rosamund. Superata la fatidica metà, però, mi sono immersa completamente nella trama, che si scioglie e sbriglia i suoi nodi e ci fa capire il senso di quanto leggiamo; ed è proprio allora che la lettrice che c’è in me spera nel lieto fine, e che le cose siano finite bene per queste donne che hanno commesso errori su errori nella propria vita. Questo non arriva, e ho amato particolarmente questo libro per la verità che porta con sé: non sempre le cose finiscono come dovrebbero, le persone che commettono degli errori li pagano, le azioni hanno sempre un peso preciso e delle conseguenze. Per quanto dunque non sia un libro felice e leggero ho amato la sia storia, la sua evoluzione, il suo messaggio. Un altro voto più che positivo per Jonathan Coe dunque, e se ancora non avete letto nulla di suo, bisogna subito rimediare.

Concludendo, La pioggia prima che cada è un romanzo doloroso, che racconta la storia di una famiglia di donne che commette sbagli su sbagli, un racconto che vuole illustrarci la parabola discendente della vita di una serie di persone che ha portato alla nascita della piccola e innocente Imogen; un libro che scava sentimenti e rimpianti, che non cerca però redenzione, ma che narra quanto dolorosa e ingiusta la vita possa, ogni tanto, essere.

Se la mia recensione vi ha colpito, e volete leggere il libro, potete acquistarlo qui -> Link affiliato Amazon.

Se invece volete leggere altre recensioni venite a trovarmi qui -> le recensioni di Book-tique

Buona domenica

Giorgia

Reading Time: 5 minutes Titolo: La pioggia prima che casa Autore: Jonathan Coe Genere: Narrativa Casa editrice: Feltrinelli Editore Data di Pubblicazione: Luglio 2007 Formato: Copertina flessibile Pagine: 222 La Zia Rosamond non è…

2 Comments

  1. Che bella recensione! Non sopporto Coe e non mi è piaciuto affatto questo libro, l’ho trovato melenso e masochista… c’è da dire che però, come hai giustamente scritto, è scorrevole e la caratterizzazione dei personaggi è di alto livello. Brava!

    1. Grazie mille Betta, sono contenta che, nonostante il libro non ti sia piaciuto, tu abbia apprezzato la mia recensione! Sono lusingata, anche perché al contrario a me questo libro è piaciuto moltissimo e spero che la cosa sia arrivata grazie all’articolo. Grazie ancora!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »
RSS
Follow by Email
Instagram