Recensione di Le vie dei canti di Bruce Chatwin
Reading Time: 2 minutes
Bruce Chatwin
Autofiction, racconto di viaggio
Adelphi
1987
Cartaceo, Digitale
390
Per gli aborigeni australiani, la loro terra era tutta segnata da un intrecciarsi di «Vie dei Canti» o «Piste del Sogno», un labirinto di percorsi visibili soltanto ai loro occhi: erano quelle le «Impronte degli Antenati» o la «Via della Legge». Dietro questo fenomeno, che apparve subito enigmatico agli antropologi occidentali, si cela una vera metafisica del nomadismo. Questo ultimo libro di Bruce Chatwin, subito accolto con entusiasmo di critica e lettori quando è apparso, nel 1987, potrebbe essere descritto anch’esso come una «Via dei Canti»: romanzo, viaggio, indagine sulle cose ultime. È un romanzo, in quanto racconta incontri e avventure picaresche nel profondo dell’Australia. Ed è un percorso di idee, una musica di idee che muove tutta da un interrogativo: perché l’uomo, fin dalle origini, ha sentito un impulso irresistibile a spostarsi, a migrare? E poi: perché i popoli nomadi tendono a considerare il mondo come perfetto, mentre i sedentari tentano incessantemente di mutarlo? Per provare a rispondere a queste domande occorre smuovere ogni angolo dei nostri pensieri. Chatwin è riuscito a farlo, attirandoci in una narrazione dove i personaggi, i miti, le idee compongono un itinerario che ci guida molto lontano.
L’esperienza in Australia è qualcosa che sicuramente mi ha lasciato tanto e che farò fatica a dimenticare nella vita; per questo leggere ancora dell’Australia penso possa aiutarmi a mantenere vivo il ricordo, la cultura, l’esperienze vissute dall’altra parte del mondo. Assieme a Duccio, in arte su Instagram Lettera7c, abbiamo deciso di leggere assieme Le vie dei canti di Bruce Chatwin, libro ambientato proprio in Australia, visto che ci accomuna l’esperienza di vita dall’altra parte del mondo, che ci ha fatti conoscere su internet.
Di cosa parla Le vie dei canti?
Il libro racconta la storia autobiografica del suo autore, antropologo che dall’Inghilterra va in Australia e affronta un viaggio nell’Outback, il deserto rosso australiano, sulle orme delle popolazioni native (anche detti negli anni aborigeni, ma il termine ha delle accezioni fortemente negative ai giorni nostri visto la conquista occidentale e il trattamento loro riservato nel proprio paese di origine). Chatwin segue il concetto delle antiche strade dei canti, percorsi delle popolazioni nomadi australiane che accompagnavano il viaggio con delle melodie; lo fa raccontandoci sia della sua ricerca sul campo ma anche facendoci fare un viaggio nella cultura australiana, un paese giovane che, come Chatwin stesso definisce, in verità è vecchissimo da una cultura millenaria.
La storia alterna dunque la sua esperienza nell’Outback agli appunti dal suo taccuino, quasi principalmente sulla questione nomade con citazioni, spiegazioni, note su diversi temi.
Affascinante è sentire raccontare della cultura dell’australiana, della tradizione e della scoperta dei nativi australiani, una delle popolazioni più antiche della terra, e del loro rapporto con il proprio paese, con il deserto, con la fauna e la flora locale. Ma anche sentir raccontare l’Australia vista dagli occhi di un forestiero: mi son sentita vicinissima alla prospettiva dell’autore, che mi ha fatto ricordare tratti tipici del paese, la mentalità, il loro modo di vivere, e mi ha fatto accorgere di quei tratti comuni che noi europei scorgiamo negli australiani.
La trama di Le vie dei canti è di contro un po’ debole e poco coinvolgente, e secondo me quasi non ha un punto finale; infatti il libro mi è sembrato un mero racconto di un viaggio, di studi e approfondimenti, ed è mancato il legame emotivo che mi aspettavo a un certo punto, visti i presupposti iniziali. A spezzare la narrazione poi ci sono gli appunti e le citazioni che rompono il ritmo della narrazione, e, se devo essere onesta, che annoiano un po’ alla lunga.
Ma Le vie dei canti è un libro da apprezzare per approcciarsi all’Australia secondo me, per capirne un po’ meglio le dinamiche, la storia, e la cultura sia moderna che quella ereditata dai popoli che la abitano da sempre; assolutamente consigliato a chi vuole conoscere un po’ meglio questo paese dall’ altra parte del mondo.
Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link affiliato Amazon.
Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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