Simone de Beauvoir

Identikit letterari: Simone de Beauvoir

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 C’era una volta una bambina che voleva diventare scrittice, che insegno molti anni e su ritrovò a diventare uno dei capisaldi del femminismo moderno.

Simone de Beauvoir è la protagonista di questo approfondimento letterario del mese. È stata una scrittrice e intellettuale che con la sua opera di narrativa e saggistica ha giocato un ruolo fondamentale per rivoluzionare la figura femminile non solo nel suo paese ma nel mondo interno.

La vita di Simone de Beauvoir

Simone Lucie Ernestine Marie Bertrand de Beauvoir nacque a Parigi il 9 gennaio 1908.

Nacque in una famiglia borghese che andò in rovina, costringendo la famiglia a passare da una vita di agi a una di sacrifici. Si appassionò alla scrittura sin da bambina con la amica Zaza, che morì precocemente e non riuscì a realizzare i suoi sogni.

Si iscrisse all’Università della Sorbona nel 1926, e superò il concorso per diventare insegnante poco dopo la laurea. Insegnò filosofia per quasi 20 anni e dopo il successo nel 1943 di L’Invitata si dedicherà solo alla scrittura. Quegli sono gli anni in cui conoque Jean Paul Sartre, compagno di una vita anche se non in via esclusiva, con cui condivise anche la vita negli ambienti intellettuali parigini, e con il quale nel 1945 fondò la rivista Tempi moderni.

Il 1949 fu l’anno decisivo per la carriera di Beauvoir: pubblica Il secondo sesso, libro rivoluzionario che ancora oggi è alla base della letteratura femminista conosciuta.

Non si sposò mai per sua scelta, ebbe molte relazioni, alcune delle quali omosessuali, e fu una donna libera, attiva nella lotta sociale e con una produzione letteraria fittissima.

Morì nel 1986, sei anni dopo Sartre, e al suo funerale molte donne parteciparono: lì Elizabeth Badinter gridò: «Donne, a lei dovete tutto!».

Femminismo, esistenzialismo e letteratura.

Tutte le opere di Simone de Beauvoir hanno uno stampo autobiografico, perché  ha sempre voluto dare voce in primis alla sua condizione di donna. La produzione letteraria di Beauvoir è infatti indissolubilmente collegata con la sua attività da femminista. Perché, nonostante lei non si sia considerata femminista fino al 1970, con il suo saggio Il secondo sesso, volume scandaloso che fu inserito dal vaticano nel 1956 nell’indice dei libri proibiti, ha scardinato la storia e ha fondato le basi del femminismo moderno, dando una prospettiva e voce nuova alla condizione femminile fino a quel momento considerata per davvero qualcosa subordinata all’esistenza maschile e nulla più.
A oggi la ricordiamo principalmente per questo, la sua attività a favore dei diritti delle donne, ma Simone de Beauvoir è molto di più: è stata una delle intellettuali più influenti del suo tempo e scrisse moltissimo nella sua vita. Ricordiamo 8 romanzi e 8 saggi, sei memoire e un’opera teatrale, oltre una vastissima produzione di saggi brevi.

In queste sue opere si fa portatrice della corrente filosofica dell’esistenzialismo. Con la sua autobiografia che scrisse per tutto il corso della sua vita in quattro volumi, oltre a raccontarci i dettagli di una figura che oggi è storica come lei, possiamo anche osservare l’ambiente culturale e intellettuale francese che Beauvoir frequentava.

Simone de Beauvoir è stata quindi una donna che fece della sua vita una rivoluzione: una rivoluzione filosofica, letteraria, femminista, una di quelle donne straordinarie che ci ha lasciato in eredità il mondo come lo conosciamo e ha permesso a molte di noi di avere i diritti che possediamo oggi.

Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.

Giorgia

Le fonti usate per questo articolo:
https://www.studenti.it/simone-de-beauvoir-biografia-ensiero-e-femminismo.htmlhttps://it.wikipedia.org/wiki/Simone_de_Beauvoirhttps://thevision.com/cultura/simone-de-beauvoir/https://ilquotidianoinclasse.quotidiano.net/inchiesta-517/simone-de-beauvoir-unimportante-icona-femminista/https://metropolitanmagazine.it/simone-de-beauvoir/
In copertina, credits: Resistencia lésbica, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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