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Identiit letterari: Grazia Deledda

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C’era una volta una scrittrice sarda che scrisse per tutta la sua vita, e non sapeva ancora che sarebbe stata la prima donna italiana che avrebbe vinto il premio Nobel per la letteratura.

Ebbene sì, l’identikit letterario di questo mese vi racconta Grazia Deledda, scrittrice dalla sensibilità incredibile che con la sua opera fu la prima e unica per il momento donna italiana a vincere il Premio Nobel per la letteratura, ma in generale la seconda artista del nostro paese a ricevere questo riconoscimento dopo Carducci, e la seconda scrittrice a livelli mondiale a riceverlo, che ancora oggi riceve troppe poche attenzioni dai lettori e dai libri di letteratura.

La vita di Grazia Deledda e le opere

Grazia Maria Cosima Damiana Deledda nasce a Nuoro il 28 agosto 1871, in una famiglia borghese. Il padre, Giovanni Antonio, era laureato in giurisprudenza ma faceva l’imprenditore, anche se nel tempo libero si dilettava a scrivere poesia in sardo; la madre molto rigida si preoccupò dell’educazione casalinga di Grazia, che ebbe una formazione solida e venne seguita da insegnanti privati a casa.

A diciassette anni pubblica il suo primo racconto, Sangue sardo, sulla rivista Ultima moda. Da quel momento inizia a collaborare con riviste sarde e romane e pubblicare i suoi racconti e poesie.

Nel 1899 conosce Palmiro Madesani che diventerà suo marito, padre dei suoi due figli, e che lascerà il suo lavoro da funzionario pubblico e le farà da quel momento da agente letterario. L’anno dopo si trasferiranno a Roma.

La produzione di Deledda anche dopo il trasferimento in continente ricorderà nella sua letteratura la amata Sardegna. Tra i suoi romanzi più celebri ricordiamo Canne al vento, L’edera, La madre, e Cenere. Segnalo al riguardo che Utopia editore si è riproposta di ripubblicare le sue opere, alcune non più ristampate da altri editori.

Nel 1927 le viene assegnati il Nobel per la letteratura del 1926, anno in cui non era stato assegnato per mancanza di requisiti.

Muore nel 1936 a causa di un tumore al seno. Ancora oggi ci sono delle controversie sul giorno esatto, che sia il 15 o 16 agosto.

Il nobel e la critica

Deledda riceve il Nobel nel 1926 «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano» e sembra che ancora oggi non le sia riconosciuto il suo valore letterario e storico.
Senza voler sembrare tendenziosa, un fatto è che il nome di Deledda non sia famoso come molto dei suoi coetanei, non la si studia abbastanza nei testi scolastici, e molte delle sue opere non vengono più ristampate. Credo che sia un peccato proprio per la testimonianza storica della sua opera e non sottovalutando l’onorificenza di vincere un premio nobel.

La critica fu severa con la scrittrice, sostenendo a più riprese che la sua opera mancasse di originalità e incanalandola in correnti quali letteratura sarda, o anche il regionalismo, verismo, decadentismo. I conterranei furono altrettanto severi nel giudicare l’opera di Deledda, sentendosi offesa da essa in quanto la scrittrice descriveva la Sardegna come una terra rustica, facendola apparire, almeno ai loro occhi arretrata.
La si può discostare dal verismo e naturalismo, perché la sua opera troppo lirica e poetica per rientrare nei canoni tradizionali di queste correnti, e allo stesso tempo d’ispirazione autobiografica. Al contrario poi del verismo, Deledda in tutta la sua produzione letteraria si impegna nell’esistenzialismo, e in quel indagare dell’animo umano tipico del romanzo novecentesco, dipingendo anche un’ambientazione sarda dipinta magistralmente. Sardegna che fa parte della scrittrice e poeta non solo per le immagini ma anche per la lingua: Grazia Deledda era di lingua sarda, e più volte lei stessa ha detto che l’italiano era per lei ancora un linguaggio che stava esplorando, trasformando il suo stile anche per questa peculiarità

Le tematiche affrontate nei suoi libri sono varie, ma si possono ricondurre alla famiglia patriarcale sarda, e quindi con una lente di ingrandimento sul mondo femminile, ma in cui prendono piede riflessioni sul fato, il bene e il male, e la spiritualità e la religione.

Dunque Grazia Deledda una scrittrice con una produzione davvero varia e molte volta scordata quando si elencano i classici della nostra letteratura, da leggere assolutamente per approfondire la sua poetica moderna e rivoluzionaria per l’epoca.

Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.

Giorgia

Le fonti usate per questo articolo:
https://www.informagiovani-italia.com/grazia_deledda.htm
https://biografieonline.it/biografia-grazia-deledda
https://it.wikipedia.org/wiki/Grazia_Deledda

Reading Time: 3 minutes C’era una volta una scrittrice sarda che scrisse per tutta la sua vita, e non sapeva ancora che sarebbe stata la prima donna italiana che avrebbe vinto il premio Nobel…

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