Sostiene pereira recensione film

Un libro al cinema: Sostiene Pereira (Recensione Film)

Reading Time: 4 minutes

Il film di cui è protagonista questo articolo è tratto dal libro che spesso ho definito il mio preferito; un piccolo volume di uno scrittore italiano, Antonio Tabucchi, che racconta di un giornalista che vive a Lisbona: la pellicola di cui vi parlo oggi è Sostiene Pereira.

La realizzazione è del 1995, con protagonista nei panni del dottor Pereira Marcello Mastroianni e la regia di Roberto Faenza, e conta tra il suo un cast dei giovanissimi Stefano Dionigi e Nicoletta Braschi, ma anche l’attore spagnolo Joaquim de Almeida. È stato premiato con il David di Donatello per il miglior attore protagonista.

La storia di Sostiene Pereira (film)

In una Lisbona della fine degli anni trenta, assistiamo alla parabola del cambiamento del dottor Pereira, giornalista e responsabile della pagina culturale del Lisboa.
Questo, in <<una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata>>, mentre riflette sulla suo ossessione maggiore, la morte, legge un articolo al riguardo firmato da un certo Monteiro Rossi e lo contatta per chiedergli di diventare collaboratore della sua pagina culturale; lo vorrebbe incaricare di scrivere necrologi anticipati dei grandi scrittori del tempo.
E così incontra questo giovane di origini italiane, che, con la sua ragazza Marta è molto politicamente attivo per contrastare il nascente regime salazarista portoghese, e questi cambierà per sempre la vita di Pereira.

Recensione film

L’ultimo film di produzione italiana di Mastroianni (terzultimo in generale), che con l’interpretazione in questa pellicola si rende vincitore di un David di Donatello, racconta fedelmente la storia narrata in precedenza da Antonio Tabucchi.

La fotografia, nonostante il film abbia ora una certa età, risulta davvero molto curata, come le scenografie che riproducono una immagine di una Lisbona della fine degli anni ’30.
L’ambientazione è una delle parti forti della riproduzione su grande schermo, con ampio spazio lasciato dalla macchina da presa dedicato a una meravigliosa città, adattata al tempo, soprattutto per le scene di violenza che preannunciano la salita del potere fascista anche in Portogallo.

Le interpretazioni in questo film sono in alcuni casi grottesche, prendendo ad esempio il direttore del giornale come caso più estremo, e molto teatrali. Tra queste spicca come migliore in assoluto quella di Mastroianni, che risulta un Pereira perfetto; impacciato, sudante, affaticato è proprio l’immagine che leggiamo nel romanzo, e lo è anche nel mostrare tutto il processo di cambiamento e la sua lotta contro il regime con un ultimo grande atto di coraggio.
Passano decisamente in sordina invece le performance dei suoi coprotagonisti, dove Dionigi (Monteiro Rossi) e Braschi (Martha) impallidiscono di fianco alla sua interpretazione; specialmente per il doppiaggio in italiano che rende tutto molto forzato alla visione (il film nasce in francese).

Tocco di estrema cura, che cerca di avvicinare la pellicola il più possibile al suo omonimo romanzo, è un narratore che racconta la storia di Pereira, proprio come nel libro, come se fosse un resoconto sentito direttamente dalla sua voce, rendendo alcuni punti della trasposizione identici alle pagine del testo cartaceo. L’espediente è quello di una voce fuoricampo che ne narra le vicende, e ripete spesso l’assunto «Sostiene Pereira», proprio come nel famoso romanzo.

Sostiene Pereira a confronto: differenze tra libro e film

Prendendo informazioni su internet per scrivere un articolo più che mai completo, leggo che ci sono state delle polemiche sul film all’epoca della sua uscita perché troppo fedele al libro da cui prende la sua storia.

Oltre che sembrarmi una polemica alquanto strana e di certo esagerata, non posso fare a meno di concordare con il fatto che il film è parecchio rispettoso dell’immenso capolavoro  firmato da Tabucchi. Cosa sicuramente dovuta anche al fatto che lo stesso ha partecipato alla realizzazione del film, aiutando a trasporre i suoi dialoghi da romanzo a sceneggiatura.

Nel film si respira un’aria molti simile a quella del libro, l’aria di consapevolezza e di cambiamento, della rivincita degli antieroi che riescono ad avere coraggio in un contesto storico decisamente proibitivo: il tutto è ben trasposto su grande schermo e fa vivere assieme ai protagonisti queste sensazioni anche al pubblico.

Le differenze principali che ho notato tra libro e film sono alcune, ma la principale è stata prima di tutto il suo protagonista; senza nulla togliere all’interpretazione di Mastroianni, che rappresenta un Pereira incredibile nonostante io lo abbia immaginato diverso esteticamente, il suo giornalista della pagina culturale del Lisboa mi è sembrato sin da subito più consapevole del suo contrapposto letterario, che all’inizio del romanzo è molto più antieroe.

La seconda differenza invece l’ho trovata in Marta, una dei coprotagonisti della storia; oltre a essere molto diversa fisicamente dalla Marta che ho letto nel libro, è anche decisamente meno di carattere rispetto alla sua altra versione. Un personaggio un po’ sminuito dalla sua interpretazione, che mi ha lasciato un po’ di dubbi.

L’ultima scena, benché sia cinematograficamente spettacolare, è sicuramente diversa da quella descritta dallo scrittore nelle sue pagine, che nel libro è meno plateale e più d’effetto sorpresa.

Altra scena modificata rispetto all’originale è quella dell’aggressione della polizia, in cui anche il dottor Pereira ne esce pestato a sangue, mentre nel film, come alleggerimento della vera storia io ho dedotto, non è stata riportata fedelmente.

Devo ammettere che però il film riprende bene il mio romanzo, rendendolo fedelissimo all’originale e portando con sé tutti i temi che nel libro sono così ben esaltati, sia per il suo inizio che è praticamente identico al racconto letterario, sia per la scelta che ho apprezzato molto di mantenere una voce narrante che sottolinea più volte, come nel libro, il sintagma che ho tanto amato «Sostiene Pereira».

Se dovessi rispondere a qualcuno che mi chiede se questo sia il mio film preferito però non avrei dubbi a dire di no; vuoi per l’idealizzazione morbosa che ho di questo romanzo, vuoi perché non sono una grande fan delle pellicole un po’ più datate, vuoi perché, a parte il suo protagonista, ho trovato il film un po’ sottotono rispetto al libro.

Sostiene Pereira è però un film che consiglio agli amanti del cinema italiano, soprattutto quello di qualche anno fa, poiché rappresenta una valida messa in scena di un libro che ritengo un gioiellino della letteratura contemporanea, e che ci immerge ancora una volta in una Lisbona magica ma attanagliata dal male terribile della mancanza di libertà.

Vi segnalo la recensione fatta da me del romanzo in questione → Recensione di Sostiene Pereira romanzo.

Voi lo avete visto? Cosa ne pensate?

Il mese prossimo vi parlerò di un nuovo film, tratto da un nuovo libro, quindi a presto.

Giorgia

Guarda il trailer ufficiale qui

Reading Time: 4 minutes Il film di cui è protagonista questo articolo è tratto dal libro che spesso ho definito il mio preferito; un piccolo volume di uno scrittore italiano, Antonio Tabucchi, che racconta…

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