Recensione di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen
Reading Time: 5 minutes
Jane Austen
Classico
Svariate edizioni
1813
Cartaceo- Ebook
390
«Invano ho lottato. Non è servito. Il miei sentimenti non possono essere repressi. Dovete permettermi di dirvi con quanto ardore vi ammiro e vi amo.»
«Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore» diceva Calvino. Io Orgoglio e pregiudizio l’ho iniziato un po’ per il dovere di leggere un libro tanto importante e anche per rispetto a un pilastro della letteratura mondiale; ma al finale ci sono arrivata con tanto amore per questa storia.
Di cosa parlo Orgoglio e pregiudizio?
Per chi non conoscesse il grandissimo classico di Jane Austen, il romanzo ha come protagonista la famiglia Bennet, composta da un padre sarcastico e infelice per la moglie che si è scelto e Mrs Bennet maleducata e superficiale, che sembra un poco civetta e bada solo alle apparenze e il cui unico desiderio è far sposare le sue figlie.
La prole dei Bennet è composta da cinque ragazze molto diverse l’una dall’altra e nessun figlio maschio: Jane bella e l’esempio vivente di bontà e di compassione, Elizabeth affascinante, intelligente e brillante, e le tre più piccole Mary studiosa e solitaria e Cateryn e Lydia le più civette della famiglia.
La signora Bennet è ossessionata dal matrimonio delle sue ragazze perché, vista la mancanza di un erede maschio che possa ereditare la loro tenuta di Longbourn nell’Hertfordshire, se per caso il marito dovesse venire a mancare, sarebbero tutte ridotte in povertà.
La vita nel loro paese viene sconvolta dall’arrivo di un bello, celibe e facoltoso rampollo: la signora Bennet è convinta che debba sposare una delle sue figlie, così inizia ad avvicinare la sua famiglia al giovane Bagley. Il giovanotto non arriva da solo, ma scortato dalle due sorelle e dal caro amico tanto ricco quanto antipatico Darcy. Jane entra subito nelle grazie di Bigley e delle sue due sorelle, tanto da venire invitata nella loro magione a pranzo. Un temporale nella strada verso casa Bigley, però, farà ammalare la ragazza e la costringerà a un ospitalità forzata in quella abitazione. A curare la sorella accorrerà Elizabeth, meno amabile di Jane, ma con più carattere e ingegno, che inizierà a coltivare in quel momento una forte antipatia per Darcy e le sorelle di Bigley, che sembrerà a tutti gli effetti ricambiata.
Terminata la malattia di Jane che ebbe come conseguenza il ritorno delle due a Longbourn, si vede dopo poco arrivare come ospite il cugino della famiglia, mr Collins pastore protetto da una nobildonna, erede di diritto della loro proprietà di Longhburn. Alcuni giorni dopo l’arrivo di questi, il giovane fa capire che intende sposare una delle cugine per la questione dell’eredità, e si propone a Elizabeth, la più adeguata fra tutte a parer suo. Solo che la ragazza rifiuta il cugino, noioso e fin troppo formale per lei, che intenzionato a tutti i costi a tornare a casa con una moglie, ripiegherà sulla figlia dei vicini, miss Lucas, scatenando le ire di mrs Bennet.
Il corteggiamento tra Jane e mr Bingley pare proseguire senza freni, quando lui misteriosamente da un giorno all’altro torna in città per non tornare in campagna molto presto. Jane cade in depressione dopo aver ricevuto delle esplicite lettere da parte della sorella che le fa intendere che Bigley non la sposerà mai, e viene invitata dagli zii a Londra, per svagarsi e non pensare troppo alle proprie pene di cuore.
Nel frattempo il matrimonio di Collins ebbe luogo, ed Elizabeth dopo poco si reca a trovare l’amica là dove il marito fa l’uomo di chiesa: qui vi troverà anche mr Darcy, nipote della nobildonna che protegge il cugino.
Nonostante lei lo odi a morte, Darcy rivela i suoi veri sentimenti e chiede in moglie Elizabeth (Lizzy), che rimane sconcertata e inizia a insultarlo ferocemente. Il giorno seguente riceverà una lettera dal ragazzo, che gli spiegherà esattamente le sue azioni nei mesi precedenti, facendo iniziare a cambiare idea a Lizzy. La storia continua così, attraverso incontri casuali tra i due giovani, orgoglio ferito, pregiudizi che crollano, matrimoni scomodi, convenzioni sociali, status da mantenere, amori che sbocciano.
Orgoglio e pregiudizio è un romanzo che ci incolla alla sua storia, per conoscere la sorte di questi due giovani, testardi, orgogliosi ma alla fine innamorati.
Come già è successo in precedenza, non farò una recensione puntale per questo libro: non mi sento alla altezza di analizzare un grande classico come questo (di cui ho fatto un po’ fatica a raccontarvi anche la trama per quanto intricata e dettagliata si presenta). Dunque vi parlerò solo della mia opinione al riguardo.
Come prima cosa mi ha fatto impallidire la concezione di matrimonio all’interno di Orgoglio e pregiudizio. Si parla sempre e comunque di convenienza, e mi è salito un po’ l’orrore nell’immaginare che le persone decidano di passare l’intera vita assieme per questioni economiche, e basta. Specialmente, pensando che effettivamente a quel tempo accadeva così.
Contrapposta a questa visone materialistica di amore, c’è l’amore romantico che cercano le due maggiori delle sorelle Bennet (e che effettivamente, contro ogni aspettativa iniziale trovano).
Il lieto fine romantico e finanziariamente conveniente per le due (non che gliene importi molto in fin dei conti) va contro a tutto quello che per tutto il romanzo ci è stato fatto credere, perché alla fine si ritrovano amate, ma anche felicemente benestanti.
Entrambe raggiungono però l’amore che ognuno si immagina, quello che va contro ogni convenzione sociale, quello che ci fa andare contro la nostra stessa natura e fa vincere i sentimenti a tutto. Queste due ottocentesche cenerentole danno speranza anche in periodo in cui l’unica qualità per maritarsi era avere una bella dote, riempiendo il cuore e la nostra mente di sogni d’amore, appagando il romanticismo che c’è nascosto in ognuno di noi.
All’inizio non ho molto sopportato i caratteri dei due personaggi principali: Darcy borioso e spocchioso rampollo di nobili origini, pieno di sé e delle sue presunzioni; ed Elizabeth, affascinante e intelligente sì, ma che si perde in pettegolezzi e pregiudizi che la rendono anch’essa un po’ presuntuosa. Andando avanti però, quando le fragilità e la vera anima dei due esce fuori, non si può non amarli, perché nonostante l’epoca lontana, sono i personaggi più veri di tutto il romanzo.
Mi spiego meglio: sono personaggi realistici, persone comuni che si sbagliano, commettono errori, hanno difetti e qualità; non sono dunque protagonisti stereotipati, il classico principe e principessa che si trovano si amano e vivono per sempre felici e contenti. No, loro ci mettono un po’ ad andare oltre al proprio caratteraccio, per coronare il sogno d’amore. Per questo li reputo reali, veri, vivi quasi.
Se la prima parte di questo romanzo è stata un po’ difficile da superare per me, da un certo punto in poi non ho più potuto smettere di leggere. Mi sono completamente, anima e corpo, immersa nella narrazione di Orgoglio e pregiudizio: non mi credevo così romantica, ma la storia di amore tra Lizzy e Darcy mi ha letteralmente conquistata, e mi sono emozionata pagina dopo pagina. La smania di vederli finire assieme, innamorati è stata così tanta, che ero ansiosa che i due si incontrassero, si parlassero, si amassero. Giuro che è una sensazione che ho provato poche volte con un libro, una tale emozione nel leggere che non riuscivo a smettere di farlo. Jane Austen mi ha conquistata.
Orgoglio e pregiudizio è un libro formidabile, uno di quei libri che entrano con prepotenza nel cuore, un intramontabile classico della letteratura che racconta impeccabilmente l’ottocento inglese con le sue dinamiche e le sue contraddizioni. Un libro da leggere almeno una volta nella vita, per ricredersi sul romanticismo, per conoscere la bellissima e complicata storia di amore tra Darcy ed Elizabeth.
Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link affiliato Amazon.
Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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