Diario Letterario di un’italiana in Australia – Cap1: Welcome to Sydney
Reading Time: 5 minutes
Capitolo 1: Welcome to Sydney
Dopo ventisei interminabili ore di volo, destreggiandoci tra cibo indiano di pessima qualità, dormite scomode e a bocca aperta sull’aereo, bambini che non smettono di piangere nemmeno un momento, finalmente atterriamo dall’altra parte del mondo.
E sapete una cosa? Non è che ero così emozionata. Nel senso: niente ansie, né paure, né entusiasmi eccessivi; solo un sacco di voglia di esplorare questa grande e sconosciuta città; e questo grandissimo stato!
Quindi, ancora non tanto coscienti di essere dall’altra parte del mondo, prendiamo il nostro gigante zaino e a pieni polmoni, ci lanciamo nella bolgia direzione centro di Sydney.
Il treno Aeroporto – Central station è tanto caro, quanto efficiente e in venti minuti scarsi ci ritroviamo in città. Ci accoglie una stazione carina e pulita, con al suo esterno una serie di cantieri e lavori in corso; ma il nostro obiettivo non è tanto visitare Central station ma un altro: fare colazione, una colazione decente (no, il cibo dell’aereo non mi è piaciuto per niente!).
Dunque come uomini primordiali sprovvisti di Wi-Fi e di inernet alcuno, tiriamo fuori una piccola, brutta e strana mappa trovata in aeroporto e andiamo in perlustrazione della zona.
Una perlustrazione un po’ misera, perché dopo poco un caro signore australiano si avvicina a noi notando lo sguardo perso e spaesato, e ci dà due dritte utili su dove poter mangiare qualcosa di decente.
Quindi troviamo un ostello che fa anche da bar/ristorante il Sydney Central YHA e una volta arrivati decidiamo che la nostra ricerca è finita li. Un bel localino, un po’ hipster e pieno di gente di tutti i tipi ci accoglie, pronti per lanciarci su del cibo degno di quel nome.
Il primo ostacolo del viaggio lo abbiamo avuto proprio in quel momento: senza contanti e farciti di carte, proviamo a pagare. Il mio bancomat decide di non funzionare, e quello di Federico lo segue a ruota, l’uno perché circuito agli australiani sconosciuto, l’altro perché miseramente non attivato per l’estero. Si siamo due geni, applausi per noi babbalei. Sprovvisti della moneta locale, entriamo vagamente nel panico; ma la Santa carta di credito ci salva in corner e funziona, e possiamo finalmente consumare il nostro eggs&bacon per inaugurare al meglio la mattinata.
Dopo colazione, tutti e tre (sì, siamo tre io, Dolce metà e il nostro amico Andrea) ci accordiamo per andare a fare un giro ricognitivo a Kings Cross, quartiere che ospita il nostro ostello.
Carichi come dei muli, prendiamo un nuovo e più economico trenino per la meta designata e ci ritroviamo in una Sidney più viva e colorata, piena di vita e di localini.
Con i nostri backpack ci fermiamo per orientarci, quando un australiano carichissimo ci urla: «Don’t stay here, go to Cairns!». Ma lui non sa che tra sei giorni abbiamo un volo diretto proprio a Cairns!
Dunque dopo questa scenetta davvero romantica a mio avviso, iniziamo a girare la zona in cerca del nostro ostello.
Ci ritroviamo in un quartiere pieno di casette a schiera, caratteristiche, colorate e ingleseggianti in cui mi trasferirei anche domani, e inizia il nostro giro in tondo (si perché l’ostello era dietro la stazione). Raggiunta dunque dopo il nostro girovagare la nostra meta, chiediamo gentilmente al ragazzo in reception di lasciare i pesantissimi zaini. Mozione approvata, siamo finalmente liberi da questa enorme zavorra! Yuppie!
Dopodiché iniziamo a esplorare; si perché che siamo atterrati intorno alle 7am, e, nonostante i nostri sforzi di temporeggiamento massimo, siamo arrivati in ostello prima delle 11. E il check-in si poteva fare solo dopo le 14.
È iniziata dunque la modalità explorer: vicinissimo all’ostello troviamo un parco enorme, il Sydney’s Botanic Garden e iniziamo a guardarci intorno: tra alberi giganteschi, persone che fanno jogging, bici ogni dove e uccelli a dir poco esotici per noi, ci ritroviamo davanti al Sydney Opera House (la conchiglia gigante per intenderci, nonché simbolo della città) e realizziamo finalmente di essere in Australia, e alla fine arriva un po’ di emozione.
Dopo il mini giro turistico ritorniamo in ostello, Il Sydney Star Backpackers, dove ci attende un posto super friendly, con ragazzi di ogni luogo ogni dove e ben sette altri italiani. Direi che la pulizia non è proprio il loro forte, ma chi si accontenta gode e il clima di questo posto batte decisamente le condizioni un po’ così così del nostro alloggio per i prossimi giorni.
Durante questa prima settimana abbiamo dovuto lottare contro il fuso orario: non dormivo così tanto da eoni! Maledetto (o Benedetto) jatlag. Il clima non è nemmeno dalla nostra: chi se l’aspettava di trovare tanto freddo a Sydney! Qui è appena iniziata la primavera, e si alternano giornate da 13 gradi e vento prepotente (ci siamo portati dietro la bora, abbiamo pensato) a torridi giorni estivi. Di certo le condizioni meteo sono alquanto mutevoli nel settembre sydneyano.
Le nostre giornate si sono alternate tra sonno e turismo, e qualche pratica burocratica (numero australiano, assicurazione sanitaria etc ).
Parlando di libri invece, nel corso di questi primi giorni australiani io ho finito Amrita, consolidando il mio complicato amore per Banana Yoshimoto: Banana scrivi libri bellissimi, ma mi puoi cadere sempre sui finali?
Giovedì ho iniziato Non ora, Non qui di Erri De Luca, libro che mi ha incantato da subito, ne ho letto tre quarti in un lampo con la smania di finirlo quanto prima. Decisamente una bella sorpresa!
Tornando alla parte turistica, durante la settimana abbiamo fatto prevalentemente i vacanzieri dunque: siamo stati alla famosa Bondi Beach, ricca di surfisti e graffiti e all’ acquario di Sydney (Sydneys Sea Life) con pinguini, squali e un dugongo; abbiamo esplorato Kings Cross, Il Chinese garden of friendship, Chinatown, Town All e altri quartieri (passandoci, quindi non li ricordo tutti) della grande metropoli.
Oggi ci aspetta una giornata da lavandai, faremo i bagagli e domani ripartiremo all’avventura: direzione Cairns, Queensland. Ci aspettano nuove e incredibili avventure, e tre settimane di English college.
Considerazioni finali:
- A Sydney corrono tutti, a qualsiasi ora del giorno o della notte.
- Sydney è piena di parchi.
- A Sydney non fa caldo come si crede.
- Tutto il mondo è paese, ma qui ci sono un sacco di cose strane per un europeo (Alberi morbidi, maniglie al contrario, tenere la sinistra sempre).
- Ho letto due libri in una settimana, l’aria Australiana mi fa bene alla lettura.
- Quando vi dicono che il jatlag è facile da affrontare, è una grande bugia.
- I pinguini sono la cosa più bella al mondo!
Fatemi sapere se la nuova rubrica vi piace!
Il primo capitolo, quello della partenza, lo trovate a questo link –> Diario letterario di un’italiana in australia.
Alla prossima settimana, con nuovi aggiornamenti dall’altra parte del mondo!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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