Recensione di Come una lama di Maria Vittoria Pichi
Reading Time: 3 minutes
Maria Vittoria Pichi
autobiografico
Ventura edizioni
2018
Cartaceo- Ebook
137
Nuova edizione con un testo inedito dell’autrice. Con una nota di Massimo Cirri.
“ Un giorno hai una bella stanza in un appartamento luminoso e carino, la condividi con un uomo prezioso che ami e che ti corrisponde, hai un cane eccezionale e anche due gatte. Hai la laurea in farmacia e hai appena trovato un impiego a tempo indeterminato. Poi di colpo non hai più niente: vieni sbattuta sui giornali e in televisione, le tue cose sequestrate, toccate, indagate, manomesse, perse, rubate. Hanno girato una chiave, mille chiavi, tu sei in uno spazio vuoto, senza niente addosso che non sia te stessa. Denudata. Defraudata”.
“Come una lama” racconta la storia dell’autrice, la farmacista Maria vittoria Pichi,militante politica di sinistra arrestata insieme al compagno per un crimine politico mai commesso nel 1981 e rinchiusa in carcere per 100 giorni prima di essere scarcerata e prosciolta. Una scrittura asciutta che non sconfina mai nell’analisi sociologica o nell’affresco politico ma che si concentra nello svelare l’urgenza della narrazione. Parole che cercano di afferrare un passato profondo come una ferita. Man mano che le pagine scorrono si scompongono le immagini di una stagione precisa della storia recente del nostro paese: il sequestro del generale americano Dozier e la necessità delle forze dell’ordine di arrivare ai colpevoli in tempi rapidi, l’esperienza di vita prima che politica all’interno del movimento, la fatalità di alcuni volantini lasciati nel momento e nel luogo sbagliato. E poi un vortice di forzature ed errori fino all’arresto di Maria Vittoria nella farmacia a 20 chilometri di Padova e il suo trasferimento nel carcere femminile di Venezia. Un racconto che restituisce il senso di straniamento di quei mesi vissuti dalla protagonista:l’interrogatorio nel quale costringono a scandire il significato di una canzone in dialetto marchigiano regalatole da un amico del padre come fosse un pericoloso messaggio in codice, la permanenza alla Giudecca con le zingare compagne di cella alla quale scriveva le lettere indirizzate ai loro mariti, la vita durissima in carcere e quella solidarietà che nasce solo nelle condizioni di estremo dolore. Un viaggio doloroso fino al termine della notte per scoprire che non è mai finita fino in fondo perché dopo quei giorni nulla è stato più come prima. Con un interrogativo di fondo reso ancora più straziante dalla perdita del compagno di allora:” E se le cose fossero andate diversamente, se non ci fosse stato l’arresto? Che vita avremmo avuto? Che vita avrei avuto?”.
«Un giorno hai una bella stanza in un appartamento luminoso e carino, la condividi con un uomo prezioso che ami e che ti corrisponde, hai un cane eccezionale e anche due gatte. Hai la laurea in farmacia e hai appena trovato un impiego a tempo indeterminato. Poi di colpo non hai più niente: vieni sbattuta sui giornali e in televisione, le tue cose sequestrate, toccate, indagate, manomesse, perse, rubate. Hanno girato una chiave, mille chiavi, tu sei in uno spazio vuoto, senza niente addosso che non sia te stessa. Denudata. Defraudata.»
Sapete cos’è un Blog tour? Letteralmente è un giro di una serie di blog dove tutti parlano dello stesso libro, proprio come se fosse un tour, con delle tappe, settimana dopo settimana.
Questo è il mio primo blog tour, al quale sono stata invitata da Giulia di La tana dei libri sconosciuti, ed ha come protagonista Come una Lama di Maria Vittoria Pichi, edito da Ventura edizioni.
Come una lama racconta una storia autobiografica, narrata in prima persona dalla sua protagonista che scrive dei suoi 100 giorni d’ingiusta carcerazione, tra il 1981 e il 1982, con l’accusa di Brigatismo.
Tutto inizia la mattina del 28 dicembre del 1981, quando Maria Vittoria e il compagno dell’epoca, Paolo, vedono fare una violenta irruzione nella loro camera da letto del loro appartamento di Padova una squadra armata di carabinieri, che li arrestano senza un ben preciso motivo. Verranno divisi, e Maria Vittoria verrà messa in isolamento e accusata del rapimento del generale americano James Lee Dozie. Inizia la terribile epopea della donna, tra interrogatori senza senso e la vita in carcere, che sconterà quella orrenda quanto ingiusta pena fino in fondo, mostrandoci la fatiscenza di un sistema giudiziario già allora obsoleto come quello italiano e il mondo fatto di false verità dei media.
Un’esperienza che ci racconta la stessa autrice in prima persona, uno sfogo che immerge in frammenti di ricordi, in un doloroso vissuto che si percepisce anche sulla nostra pelle, saltando nella memoria della Pichi come trascinati in un flusso di coscienza liberatorio, e sicuramente di denuncia. Un libro scorrevole, ma allo stesso tempo intenso, forte, crudo, duro, che fa venire i brividi pensando al fatto che sia una storia vera.
Contestualizzando Come una Lama a livello storico, è evidente che ci troviamo negli anni di piombo: un periodo pieno di paura, di terrorismo, di una politica non pulita.
Se questo periodo per l’economia ha segnato uno slancio positivo, a livello sociale la tensione era papabile in tutti i cittadini. Sentire i racconti di un pezzo di storia da chi l’ha vissuta veramente, fa sempre un certo effetto, soprattutto narrando una nostra storia recente, poco studiata ancora sui libri di scuola.
Se da un lato ci sono le tensioni politiche e la paura del terrorismo rosso, dall’altro vediamo una parte quasi dimenticata di quel periodo; molte persona all’epoca erano sensibili alla vita politica, si univano in associazioni studentesche e non, lottavano insieme e avevano voglia di migliorare il proprio paese. Un quadro della nostra Italia degli anni ’80 che dipinge un Italia intraprendente con la voglia di cambiare, un Italia attiva che faceva, discuteva, lottava, o almeno ci provava. Una cosa che mi ha colpito in maniera positiva, in paragone ai giorni nostri, dove tutti sembrano aver perso le speranze.
In questo contesto storico l’autrice nel suo Come una lama ci racconta il dramma della giustizia ingiusta che da sempre regna sovrana in questo paese. È possibile che una persona innocente venga messa in carcere senza prove alcune?
Le lacune del sistema giudiziario vengono mostrate alla luce del sole, facendo interrogare il lettore sul concetto di giustizia reale e quella di legge, soprattutto sul fatto che molte volte le due cose non coincidano affatto
Nel negativo di questa vicenda, Maria Vittoria Pichi ci mostra anche il lato positivo della sua esperienza in carcere: una visione privilegiata sulle carceri femminili italiane, in cui oltre all’orrido della situazione, si vede l’amicizia, la collaborazione, quei legami che nascono in una circostanza veramente difficile e diventano la spinta per tirare avanti, giorno dopo giorno; l’aiuto con la a maiuscola per sopravvivere a quella terribile permanenza forzata, che sarà fonte di sopravvivenza.
Come una lama è stata una lettura veloce e coinvolgente per me, uno di quei libri da cui non sono riuscita a staccarmi fino alla fine. Mi ha colpito per una serie di motivi, ma specialmente per il contesto storico raccontato; sono una amante della storia, sopratutto di quella moderna di cui vediamo ancora oggi le ripercussioni, e sentir raccontare in prima persona da chi l’ha vissuto quel periodo terribile mi ha coinvolto più di ogni altra cosa.
Come una lama è un libro pieno di emozioni, paura, solitudine, incertezza, rabbia. Una denuncia a un Italia corrotta e ingiusta, e alla sua giustizia che non funziona; e ci mostra soprattutto in maniera personalissima l’esperienza di chi ha dovuto scontare sulla propria pelle le colpe di un altro. Da leggere per fare un viaggio nel tempo, per rivivere assieme a Maria Vittoria i suoi 100 immeritati giorni di carcere.
Per leggere le altre tappe del tour, cliccate qui -> BLOG TOUR
Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link del sito della casa editrice.
Se volete altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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