Diario letterario di un’italiana in Indonesia: la mia vacanza a Bali
Reading Time: 10 minutes
Bentrovati miei cari lettori alle mie avventure in quel del “l’altra parte del mondo” dopo una settimana di silenzio; silenzio perché ero in vacanza in Indonesia, a godermi i frutti di mesi di duro lavoro. Per questo quello di stasera è uno spin-off dell’ormai classico Diario Letterario Di Un’italiana in Australia, diventando le mie cronache di 11 giorni trascorsi a Bali! Ora rizzate le orecchie che sono pronta a raccontarvi tutto ❤️.
Dopo un traumatico scalo di 11 ore a Darwin, che da oggi in poi considereremo la città più brutta del mondo, finalmente si parte per Bali. L’arrivo è all’una di notte, e dopo le varie trafile burocratiche ci troviamo finalmente sull’isola degli idei.
Arrivati fuori dall’aereo, non abbiamo nemmeno il tempo di fumare una sigaretta in santa pace che veniamo letteralmente aggrediti da un orda di tassisti desiderosi di avere i nostri soldi, e veniamo circondati, senza un attimo di respiro. È notte, uno è appena sceso dall’aereo dopo chissà quante ore di volo, lasciatemi respirare vi prego.
La continuazione non è delle migliori: prenoto un Grab (che è come Uber in pratica) e questo non arriva; noi siamo sempre accerchiati da una serie di vampiri/tassisti che non hanno intenzione di lasciarci in pace. Dopo 10 minuti di attesa, la mancanza di un Wi-Fi, sonno ed esasperazione decidiamo di affidarci ad uno di loro (il primo ha cercato di fregarci, il secondo è stato onesto) e raggiungere il nostro albergo, che sarà il nostro tetto sulla testa solo per quella notte, prima di iniziare a girare l’isola.
Con l’albergo non ci va tanto meglio, ci troviamo in un posto abbastanza fatiscente e maleodorante, ma grazie al cielo ci hanno atteso fino a tarda ora e soprattutto era davvero molto economico.
Il mattino dopo sembriamo gli unici ospiti di questa struttura fantasma e dopo una colazione rapida ce ne andiamo con direzione Ubud, prossima metà e più o meno il centro dell’isola.
A Ubud la musica cambia letteralmente; caotica, colorata, che profuma di tutto il mondo, Ubud è il cuore pulsante di Bali ed è davvero un piacevole centro urbano, molto turistico si, ma con molte cose da fare e da vedere.
Day 1
Dopo un pranzo tipico Balinese, arriviamo nel nuovo hotel che ci ospiterà per 4 giorni: questa volta il posto è piccolo ma molto carino e pulito, con tanti ragazzi giovani come noi, e situato nel pieno centro di Ubud, dove si può raggiungere le principali attrazioni del paese a piedi.
Quindi per noi è stato riposino e giro di ricognizione: dopo il meritato riposo abbiamo visto tutti i templi di Ubud, il palazzo reale e il mercato di sfuggita. Abbiamo bevuto un drink al tipicissimo Lotus caffè e abbiamo cenato in un ristorantino, questa volta senza troppe pretese. Passando per uno dei templi della città abbiamo visto uno spettacolo molto tipico dell’isola: La danza del fuoco. Non sto a raccontarvi nei dettagli la trama di questo spettacolo/ballo rituale e tipico, ma vi dico solo che mi ha annoiata terribilmente (scusate, sono pessima). Ai ragazzi è piaciuta, ben per loro 🤣.
Day 2
Lasciando che la sveglia suoni in un orario consono ad una vacanza, il secondo giorno ufficiale a Bali ci svegliamo con calma, e dopo la colazione ci dirigiamo verso la metà del giorno: La Monkey forest.
Una camminata molto piacevole ci ha condotto verso il tempio e la foresta e per me è stato subito amore: in una delle foreste tropicali (conservata nel centro di Ubud) abita una comunità di quasi 700 piccole scimmie che giocano, dormono, mangiano e anche litigano in ogni dove. Bello, un’esperienza particolare per me e divertente; poi io ero particolarmente emozionata perché
A) le scimmie sono il mio animale preferito in assoluto,
B) era la prima volta che le vedevo dal vivo.
E si, sono ancora e sempre più il mio animale preferito, non so come non ne ho rapita una e portata via con me.
La giornata è proseguita tra shopping e giri per la cittadina, mentre la sera abbiamo socializzato con una ragazza tedesca del nostro albergo, che era reduce da un viaggio asiatico di ben due mesi, con cui abbiamo fatto una interessantissima chiacchierata accompagnata da un paio di cocktail e una cena a base di gelato.
Day 3
Dopo colazione siamo in partenza, per un tour nelle campagne vicino a Ubud; con un fuorgoncino, io e i ragazzi accompagnati da due turiste dei Paesi Bassi e due chiestosi australiani ci prepariamo per un tour in giornata nelle risaie balinesi: il primo stop è una vista pazzesca sulle famosissime risaie: mozzafiato!
Dopodiché ci tocca un tour in una torrefazione tipica, dopo una degustazione di tisane e caffè, vediamo anche il procedimento per il caffè dei Lusaka; un caffè macinato dopo essere mangiato e espletato da degli adorabili topigatto; esattamente, è un caffè fatto di pupú, una cosa che non capita spesso nella vita, o no?
Finito con il caffè arriviamo al punto di incontro pre partenza con la bici: dopo un’altra colazione su una terrazza di fronte al vulcano partiamo con il giro in bici; è stato spettacolare, siamo passati per le splendide risaie e dentro villaggi molto caratteristici e per niente turistici, divertendoci in discesa per le colline (un po’ meno divertenti sono state le salite dove ho dimostrato la mia inettutudine sportiva, ma stendiamo un velo pietoso). Per concludere la splendida giornata ci aspettava alla fine del percorso un bel pranzo tipico e balli tradizionali svolti da delle deliziose bambine del luogo .
Day 4
Il giorno seguente volevamo andare a cavalcare elefanti (i ragazzi, io ne avrei fatto a meno, poveri elefanti) ma ci siamo resi conto che era un po’ troppo costoso, e per la mia gioia abbiamo rinunciato. È stato un bel relax day, con lo shopping al mercato di Ubud e una seduta di massaggi beauty care per me: ho tagliato un po’ i capelli (che stelline ne avevano proprio bisogno) e mi sono rilassata moltissimo.
Day 5/6/7
É arrivato il momento di lasciare questo posto ed andare ad esplorare nuovi lidi: il giorno 5 ce ne andiamo a Amed, sulla costa a nord est dell’isola; dopo 3 ore di strada nella Bali nascosta e non turistica, ci ritroviamo al mare finalmente: ed ecco si fronte a noi c’è un resort pazzesco che sembra il paradiso in terra. Mare cristallino, sabbia nera vulcanica, piscina, bungalow e niente altro. Il posto è un po’ isolato (specialmente i boys si lamentano mentre nella mia testa penso in continuazione: lasciatemi qui per sempre 🤣) ma è proprio uno spettacolo. Passiamo tre giorni qui di cibo, birre , piscina, snorkeling, massaggi, pesce, relax.
Se mi dicessero come ti immagini il paradiso io direi così: svegliarsi con le onde del mare in sottofondo, il mare come prima cosa che vedi ogni giorno, senza altro che calma e pace tutto attorno.
Day 8/9
Come tutte le cose belle, anche questa finisce presto: dopo questi 2 giorni e mezzo rigeneranti abbiamo lasciato la pace e l’isolamento di questo paradiso in terra e c’è ne andiamo in mezzo al pieno caos: Kuta, capitale del divertimento di Bali e del divertimento Balinese.
Questa volta andiamo sul low cost, ostello e bisogno di nuove amicizie dopo tre giorni di isolamento. Kuta però non è sto granché: prezzi alti, turismo selvaggio, venditori aggressivi, multinazionali dimenticate da una settimana, centri commerciali . I ragazzi non riescono a prenderla con filosofia come me, e non sono molto impressionati dalla nostra ultima tappa Balinese. Passiamo la prima sera sulla spiaggia (l’unico posto apprezzato e apprezzabile se vogliamo esser sinceri) che è stata la nostra meta anche poi il giorno seguente, progettando gite per i giorni seguenti.
Questi sono stati due giorni di birra e spiaggia, guardando i surfisti cercar di divincolarsi su questi cavalloni, cercando di tirare fuori il meglio dai nostri ultimi giorni di vacanza. Lottando con Fede che invece di buono ci vede solo la birra, il resto lo rende molto polemico, specialmente il cattivo odore che si respira in giro.
Devo dire che il nostro ostello invece è bellissimo, molto pulito, organizzato: non sono mai stata in un ostello così bello in vita mia. Hanno dormitori con letti matrimoniali, tendine che rendono la privacy molto più alta, bagni pulitissimi, una terrazza/reception con biliardo e zona relax. Bello, devo dire la cosa più bella di Kuta onestamente; almeno per noi. Anche se io, al contrario dei miei compagni di viaggio negativi, me ne frego e dopo una settimana che è stata fondamentalmente fantastica, ci sta di capitare in un posto meno bello!
Day 10
Il penultimo giorno Balinese è iniziato con relax, colazione in ostello, e bucato. Dopo pranzo, per stemperare il nostro soggiorno in questa cittadina, ce ne andiamo a vedere un tempio non molto lontano da Kuta, in mezzo al mare: il Tanah Lot temple costruito letteralmente in mezzo al mare, tanto che se c’è alta marea non si può raggiungere l’isolotto dove sta arroccato il tempio.
Il tempio é dedicato al Dio del mare, dove caverne piene di serpenti stanno a protezione dello stesso, ed è molto caratteristico, e al tramonto brilla di una luce ancora più bella. Bellissimo, davvero!
Day 11
Ultimo giorno Balinese: fatti bagagli, check out dall’ostello e siamo pronti a godere l’ultimo giorno di vacanza: si perché abbiamo il volo di ritorno per l’Australia all’una di notte dobbiamo occupare la nostra giornata.
La mattina e il primo pomeriggio trascorrono grazie un paio di colazioni e poi andiamo a fare una nuova escursione per cercare di vedere il più possibile dell’isola. La metà è un nuovo tempio, vicino al mare anche questa volta, dal nome Pura Uluwatu, arroccato su una scogliera che da a capifitto sul mare. Su una cornice davvero suggestiva nasce questo templio piccolino, circondato da una foresta di scimmie. Molto carino anche lui, sicuramente i templi induisti sono davvero peculiari e deliziosi da visitare; le scimmie di questo parco sono un pelo più aggressive di quelle che abbiamo incontrato a Ubud, e la riprova la ho avuta a pranzo. Eravamo seduti in un tipico Warung fuori da tempio a pranzare, quando notiamo una scimmia che si aggira con fare ciscoppetto attorno ai tavoli, e mi perdo la scena della scimmia che deruba i nostri vicini di un pacchetto di noccioline; e io, ingenua, non ci sto troppo a pensare. Quando poi d’un tratto sento un fugace rumore sopra la mia testa, e vedo la stessa furbetta che mi porta via i miei occhiali da sole. Scena ridicola perché poi la scimmia si ritrova con gli occhiali davanti agli occhi, e scappa via. Gli occhiali la proprietaria del ristorantino ne li recupera, ma la storia che mi ruba gli occhiali il mio ultimo giorno a Bali rimarrà forevah negli annali. Epica.
Sopravvissuti a templi e scimmie andiamo a recuperare i bagagli e ci dirigiamo in aereoporto, per un volo a orari terribili, scomodo, con troppi vestiti addotto. Ma c’è l’abbiamo fatta, e siamo tornati in Australia.
Ora sono in un ostello a Cairns, e domani inizia il mio grande viaggio australiano, pronta a raccontarvi la prossima settimana nuove, emozionanti avventure on the road.
I pro di Bali
- Mangiare costa davvero poco ed è tutto molto buono;
- I costi sono davvero super ridotti in generale, Bali era un posto molto molto economico
- Si contratta per qualsiasi cosa: quando qualcuno ti dice un prezzo tu devi andare al ribasso finché non si trova un compromesso comune
- Il mare è una meraviglia
- La cornice induista con statue e templi in ogni dove è meravigliosa
- Le persone sono tutte molto gentili e cortesi, sempre con sorrisoni a 36 denti
- Se sei una donna apparentemente giovane in occidente ti chiamano signora, a Bali ti chiamano Miss ed è una meraviglia per l’auto stima.
I contro di Bali
- Non è molto pulita, specialmente Kuta che si può dire che emana odori poco piacevoli e plastiche abbandonate in ogni dove, specialmente nei corsi d’acqua;
- Ogniqualvolta incontri un autoctono questo cerca di venderti di tutto; specialmente in città vieni fermato ogni secondo e ti si cerca di rifilarti di tutto, dai massaggi ai taxi, dai vestiti ai tour in giro per l’isola;
I love Bali
Per concludere credo che Bali sia un’isola stupenda, piena di spiritualità, di vita, di colore, di natura; ricca di cose da fare, da vedere, e c’è ne proprio per tutti i gusti. Una bella vacanza, e consiglio l’isola a chiunque voglia fare un bello tra relax, esplorazione, cultura.
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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