Recensione di Hotel Silence di Auður Ava Ólafsdóttir
Reading Time: 4 minutes
Auður Ava Ólafsdóttir
Narrativa
Einaudi
2018
Cartaceo- Ebook - Audiolibro
200
Hotel Silence (eletto Libro dell'anno dai librai islandesi) è un romanzo poetico e delicato, un inno alla capacità della vita di rigenerarsi e trasformarsi.
Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza. Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all'improvviso e Jónas non sa piú chi è. Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventú, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta: quel giovane che era oggi gli appare come un estraneo, tutta la sua esistenza una menzogna. Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico qual è. Non vuole però che sia sua figlia a trovare il suo corpo, e decide di andare a morire all'estero. La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo. Jónas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestiti e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi. Ma l'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell'albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione, e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno.
Auður Ólafsdóttir ha scritto il suo romanzo piú bello, il piú essenziale, tenero e ironico. Un libro che è un segno di pace, una stretta di mano laica che ci riavvicina a quanto di umano dentro di noi resiste agli orrori del mondo.
Spinta dal tempo libero che ultimamente mi avanza e una curiosità generata dall’entusiasmo globale al riguardo, ho deciso di fare l’abbonamento prova ad Audible e provare ad ascoltare il mio primo audiolibro.
Ci avevo già provato tempo fa, ma non era andata bene, con una versione cd regalatami da un amico de Il ritratto di Dorian Gray, del quale non ho finito nemmeno il primo capitolo: lo avevo trovato una noia mortale, mi distraevo terribilmente e non potevo ascoltarli in background come quando accendo la TV, metto la mia serie preferita per farmi compagnia mentre smanetto al PC.
Faccio una piccola digressione spiegando che per me il tempo è molto importante: cerco d’incastrare tutto, faccio più cose assieme (come ad esempio guardare serie TV e scrivere al PC) perché ci sono troppe cose che voglio fare nella mia vita e sento da un po’ di tempo che ho troppo poco tempo per farle. Esempio di questa cosa, quando avevo la mia vita tutta organizzata in Italia, leggere era sempre in giro, difficilmente a casa. Quando penso al fatto che per me il tempo e incastrare tutto è importante penso: certo perché c’è il lavoro inevitabile, la vita sociale a cui difficilmente sono disposta a rinunciare, le serie TV che voglio assolutamente vedere o rivedere, la recensioni da scrivere, il blog, qualche incredibile nuovo progetto in cui buttarmi; poi c’era la casa, la mia passione per la cucina, il tempo da dedicare alla mia dolce metà, le amiche, qualche film, le pulizie, la e cura di me che mi piace molto, le ore spese su internet a fare ricerche strampalate e conoscere cose d’importanza vitale (dalla storia del Vietnam, approfondimenti su tutti gli orientamenti sessuali al mondo, a quella di Barbie o informazioni vitali su quanti siano gli Xman e quali siano esattamente i loro poteri tanto, per fare alcuni esempi). E poi c’è il sacrosanto tempo dedicato al nulla più assoluto, in cui spegnere il cervello e perdersi nel dolce far niente.
Insomma, non me la sono mai sentita di rinunciare a niente e in genere ogni momento è buono per incastrare qualcosa di queste. Per questo non mi sono mai posta il problema di ascoltare un libro: perché nella mia organizzazione mentale non c’era il suo ritaglio di tempo perfetto in cui non potevo distrarmi abbastanza, ma anche in cui potevo fare qualcosa delle suddette cose.
Una lunga parantesi creata per giustificare il mio rinato interesse per l’ascolto dei libri: qui in Australia, al contrario che a casa, guido. Guidare è secondo la mia abbastanza maniacale mentalità risulta tempo sprecato: cosa si può fare se si guida da soli? Musica? No, non mi va sempre. Perché non un audiolibro?
Galeotta quindi fu la mia patente internazionale, che mi ha dato la scusa per incominciare ad ascoltare i libri.
Appena scaricato Audible ho notato che tra la sua libreria ha una serie di titoli eccezionali, libri che voglio leggere da un pezzo che mi hanno subito fatto guardare con un occhio diverso al servizio; ho iniziato ad aggiungere alla mia libreria alcuni titoli a mio parere speciali, quando incontro lui, un libro che voglio leggere da quando è uscito, una storia affascinante scritta da una scrittrice islandese dal nome Auður Ólafsdóttir, eletto libro dell’anno dai librai islandesi nell’anno della sua pubblicazione che ha destato da subito la mia curiosità: si tratta di Hotel Silence di Auður Ava Ólafsdóttir. Mai scelta fu migliore.
La trama in breve parla di un uomo alla deriva, solo, triste, che sta progettando di suicidarsi, ma per non dare un dispiacere alla figlia che potrebbe ritrovare il suo corpo, decide di fare un viaggio in un paese che è uscito da pochissimo da una terribile guerra civile e alloggia all’Hotel Silence con l’intenzione di porre li fine alla sua vita.
Hotel Silence è un libro che ha una profondità inesprimibile, introspettivo, che scava l’animo umano di un uomo perso e lo racconta a noi lettori in maniera perfetta, dove ogni parola, ogni frase, ogni pensiero sono perfetti.
Sicuramente la scelta di Hotel Silence mi ha invogliato particolarmente a continuare l’ascolto, non tanto per la voce del suo lettore (William Angiuli) che mi è sembrata un po’ sottotono e piatta onestamente, ma proprio perché il libro secondo me è un piccolo gioiellino letterario.
Leggendo il mio primo audiolibro mi sono resa conto che l’ascolto non è facile come la lettura, almeno non lo è stato per me: visto che la mente umana è sempre in movimento è stato difficile stare sempre molto concentrata ad ascoltare ciò che ci viene letto. Mi è capitato di tornare indietro più volte e dover riascoltare alcuni punti ripetutamente per poter veramente ascoltare le parole non solo sentirle.
Perché a differenza di un libro, quella dell’ascolto è un’azione passiva: tu non devi fare niente se non rimanere concentrato; anche vedere un film o una serie per certi versi sono azioni passive, ma il supporto visivo aiuta a non perdere così tanto la concentrazione. Questi sono i punti negativi dell’ascolto si un libro; la cosa positiva è che secondo me, se si parte dal libro giusto, magari anche con il narratore perfetto, ci si riesce a immergere nella lettura e visualizzare nella propria mente la storia proprio come quando si legge.
L’audiolibro, dopo questa esperienza, quindi tutto sommato per me è si: ascolterò altro, e tutti libri che voglio assolutamente leggere (o rileggere, come faccio ad non ascoltare Claudio Bisio che legge il paradiso degli orchi di Pennac ?) perché, da quello che ho capito sui miei gusti, è una questione fondamentale il desiderio incontrollato di un libro per poterlo leggere ascoltato da altri.
Per concludere su Hotel Silence invece come avete capito è un libro che ha ampiamente soddisfatto le mi aspettative, anzi forse le ha superate perché parla in maniera delicata e tutta particolare della solitudine, del trovarsi a una certa età senza niente e sentirsi niente, della rinascita, ma anche di guerra e d’incontri che cambino i propri punti di vista. Mi è piaciuto così tanto, che sarà uno dei primi libri che comprerò quando ritornerò in Italia. Quindi per me leggetelo, o ascoltatelo.
Cosa ne pensate degli audiolibri voi?
Vorreste che vi parlassi dei miei prossimi ascolti?
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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Reading Time: 4 minutes Titolo: Hotel Silence Autore: Auður Ava Ólafsdóttir Genere: Narrativa Casa editrice: Einaudi Data di Pubblicazione: 2018 Formato: Cartaceo- Ebook – Audiolibro Pagine: 200 Hotel Silence (eletto Libro dell’anno dai librai islandesi)…
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