Recensione di Follia di Patrick McGrath

Reading Time: 5 minutes

Follia Book Cover Follia
PAtrick McGrath
Narrativa
Adelphi
1996
Cartaceo- Ebook
294

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.

«Le donne romantiche, riflettei. Non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.»

Ogni tanto un libro diventa un intero Déjà vu: lo leggi e conosci già quella storia, quei personaggi e quelle sensazioni, come se in un’altra vita lo avessi già letto. Questo è quello che mi è successo con Follia meraviglioso romanzo di Patrick McGrath.

Di cosa parla Follia?

La storia inizia in un manicomio criminale vittoriano, dove il nuovo vicedirettore sta facendo risistemare la sua casa, con il giardino e serra annessa. La sua bella moglie Stella passa le giornate a casa, a osservare i detenuti che sistemano la sua serra. La sua attenzione sarà catturata da uno di loro in particolare, Edgar, un’artista in cura nell’istituto per aver ucciso la moglie, e tra i due inizierà un rapporto fin troppo personale.
Nascerà nella donna una sorta di ossessione sessuale per l’uomo, e nonostante ella sappia quanto pericoloso sia che la moglie di uno psichiatra si avvicini tanto ad un paziente, non fa nulla per controllarla e si lascia coinvolgere molto più del previsto da Edgar. Infatti, dopo il ballo dell’ospedale, i due diventeranno ufficialmente amanti.
Questo porterà prima alla fuga di Egar grazie all’aiuto inconsapevole della donna, che a sua volta fuggirà dopo pochi giorni per seguire il suo amore. Ma la vita con Edgar si rivela dopo poco tossica e pericolosa per Stella, che riesce a comprendere solo in quel momento l’instabilità mentale per dell’uomo; così farà un passo indietro e tornerà con la coda tra le gambe e piena di vergogna a casa, dal marito e dal figlio.

Gli ultimi sviluppi hanno compromesso la posizione del marito e di Stella all’interno del prestigioso istituto, così i tre si troveranno costretti a trasferirsi in Galles, lontano da tutto quel caos, per poter cercare di ricostruire una famiglia allo sfascio e recuperare un minimo di stabilità. Ormai però la mente di Stella è gravemente compromessa, la famiglia piano piano si sgretolerà definitivamente e una grandissima tragedia distruggerà definitamente la sanità mentale di questa donna.

Follia è sicuramente un romanzo duro, che parla di amore ossessivo, di malattia mentale, di scelte sbagliate, di errori che ti cambiano la vita per sempre; il tutto raccontato dalla voce di uno specialista che fa da narratore a questa storia tanto dolorosa, quanto inglobante.

Il tema predominante del romanzo, come suggerisce anche il titolo, è la malattia mentale.
La “follia” viene raccontata da uno specialista, la stessa che si insinua in una persona apparentemente in piene facoltà, la malattia mentale vista attraverso gli occhi di una donna innamorata e a tratti cieca e ignorante il pericolo di fronte a lei, quella di un uomo che riesce a dissimulare la sua follia.
Un argomento forte che non sempre è facile da trovare in un romanzo, soprattutto se la “follia” viene trattata in maniera così profonda e concretamente brutale, ma allo stesso tempo diventa lo stimolo che rende questa storia peculiare ed estremante coinvolgente. Specialmente perché, secondo me, non è poi così difficile immedesimarsi nella protagonista femminile di questo libro: una donna incatenata alla sua vita, piena di obblighi e regole sociali a cui deve sottostare ciecamente, ricevendo in cambio praticamente nulla, dimenticando ogni ambizione personale e in fondo ogni desiderio; è così che una donna come tante, accecata dalla scintilla della passione, si lascia sopraffare da quella follia di cui ha tanto sentito parlare nella vita, che inconsapevolmente prende sempre più spazio nella sua mente.

Interessante nel libro è anche soffermarsi su quest’aspetto, ovvero la libertà femminile. La libertà femminile e il giudizio di una donna non sono particolarmente presi in considerazione nel romanzo, e si può vedere l’effetto di tale costrizione attraverso il come la repressione e l’infelicità che deriva da ciò possa incidere tanto sulla vita di una donna, tanto da portarla a compiere gesti estremi e a portare a rovinarsi la vita; con queste mie parole non giustifico la protagonista del racconto, ma vorrei soltanto fare una riflessione su quanto ciò che desidera la società da noi può indurci a fare determinate scelte, decisamente sbagliate e compromettenti a volte. In questo caso la figura della donna e un prepotente sessismo che la vede come casalinga, ossequiosa nei confronti del marito e della prole, amante dello shopping e della vita semplice, obbligata a essere composta in società e di fare sempre e comunque quello che gli altri si aspettano che lei faccia.

Oltre alla malattia mentale, Follia parla anche, e soprattutto, di amore. Un amore che si discosta decisamente dai normali canoni di romanticismo; l’amore descritto in questo romanzo è un sentimento totalmente sopra le righe che diventa praticamente ossessione: erotico e carnale, che prende il posto di qualsiasi altra cosa esista nella vita, che rende ciechi e bugiardi, che non fa vedere nemmeno cosa succede di fronte ai propri occhi. Questa componente credo che sia il vero leit motiv di tutto il romanzo, la cosa che appassiona più il lettore e lo porta ad arrivare alla fine del testo, il cuore pulsante della storia che ossessiona anche chi sta leggendo le pagine, curioso di capire come quel sentimento andrà a finire.

L’intera narrazione del libro segue il filo logico del racconto di uno psicoterapeuta; interessante infatti è leggere la storia dal punto di vista di un medico, che ha avuto in cura entrambi sia Edgar che Stella. Interessante vedere l’oggettività dei suoi racconti, le sue sottili riflessioni, ma soprattutto mi è piaciuto il fatto che in questa storia non sia mai stato parziale: infatti credo che anche il dottore stesso sia affetto da una sorte di ossessione verso i due pazienti, tanto da prendersi a cuore fin troppo tutta la situazione, da prendere in cura una persona che una volta era una amica, per arrivare a pensare di possedere entrambi i destini dei due.

Ho amato intensamente le pagine di Follia, la storia, le riflessioni che ne derivano, e sono stata per qualche giorno completamene assorbita da esso. Come anticipavo a inizio recensione, leggendo ho avuto la sensazione di conoscere già questa storia, pagina dopo pagina mi rendevo conto che sapevo quel che stava per succedere ai personaggi. Solo verso la fine del libro mi sono resa conto che molti anni fa ho visto il film ispirato a questo romanzo, che mi colpì particolarmente e che oggi posso dire che è molto fedele al racconto di McGrath. La pellicola, senza un preciso motivo, è stata archiviato in un angolo remoto della mia mente, dimenticandolo per un bel po’ di tempo. Il cassettino è stato riaperto solo durante la lettura ed è stata davvero una sensazione strana tutto il tempo, è stato un po’ come se io avessi vissuto la storia con i protagonisti, molti anni fa.

Per finire, Follia è dunque un romanzo penetrante, che parla di amore, di ossessione, di pazzia, che carica il lettore di sentimenti forti e lo incanta attraverso le sue parole. Un libro da leggere di certo, per conoscere la passione, quella forte, folle e incontrollabile e capire fino a che punto può arrivare veramente la follia.

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Giorgia

In copertina: Follia di Patrick McGrath, edizioni Adelphi, crediti Amazon.it

Reading Time: 5 minutes Titolo: Follia Autore: PAtrick McGrath Genere: Narrativa Casa editrice: Adelphi Data di Pubblicazione: 1996 Formato: Cartaceo- Ebook Pagine: 294 Una grande storia di amore e morte e della perversione dell’occhio…

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