#CondilibriDicembre – L’Ultima Notte di Alessandro Gnani

Reading Time: 5 minutes

Si poteva iniziare l’anno nuovo senza un nuovo racconto? Anche nel 2019 torna l’angolo mensile dedicato ai racconti inediti di alcuni autori emergenti, per uno speciale contest dal Nome #Condilibri.
Cos’è #Condilibri?
Condilibri è un mini concorso letterario in cui si scrivono racconti brevi, con un tema che cambia ogni mese, del gruppo Autori emergenti la rete, di cui sono una delle amministratrici. Io e altri blogger siamo la giuria, scegliamo un tema e votiamo i racconti brevi dei partecipanti, per essere più oggettivi possibile seguendo delle categorie e dando voti numerici da uno a 10. Il primo classificato vince la condivisione del suo libro, e un piccolo spazio qui sul blog.

Questo mese il tema era divertente: si dovevano scrivere racconti sull’ultima notte dell’anno. Abbiamo letto cose davvero interessanti, molti bellissimi racconti, ma come al solito uno si è distinto più degli altri e ha vinto il cuore dei giurati che lo hanno premiato come vincitore del mese; il racconto in questione si intitola L’ultima notte dell’autore Alessandro Gnani.

Ma vi lascio al testo di L’ultima notte:

L’ultima notte

Non gli interessa niente a quel vecchio bastardo di cane. Senza capire che è l’ultima notte, pensa a dormire accoccolato come sempre. Tutto il contrario di Tommaso.
Ma per me gli interessa poco anche a mamma e babbo. Aspettano solo di giocare a carte con gli zii come ogni ultima notte. Magari li sentiranno. Ma non li guarderanno. Ci sono ormai abituati, dicono.
Invece a me interessa troppo, da quando me l’ha detto Giorgio che gliel’ha detto suo babbo. E Giorgio starà in piedi fino a mezzanotte per vedere. Però per lui è più facile non addormentarsi, perché c’ha suo fratello più grande che lo tiene sveglio.
Invece Tommaso ha solo quel dannato di Full che se la dorme tutta. A essere proprio sinceri, ha pure la mamma, che rassicurante gli ha detto di non temere.
«Tesoro, stai tranquillo. Anche se prendi sonno ti sveglio io un minuto prima di mezzanotte. Vedrai, non ti perderai niente».
Eppure Tommaso non s’è rassicurato per niente.
Mami gioca a poker tutta la sera e certo che si dimentica, specie se vince. No, mamma, ho troppa paura che mi lasci a dormire sul divano.
Perché a sei anni Tommaso vuole sia la sua prima volta, in questa ultima notte dell’anno. I genitori nemmeno si sono presi la briga di dirglielo. L’è dovuto venire a sapere da Giorgio. Come ogni anno anche quest’anno il capo della città ha confermato lo spettacolo. Per un minuto, poiché i soldi sono pochi. Un solo breve minuto, a mezzanotte in punto.
A cinque anni non si arriva a mezzanotte. Ci si addormenta prima. Ma a sei è tutta un’altra storia. Si fa già la prima elementare, in classe con Giorgio. Che ha promesso di esserci, sveglio come un grillo, e – dannato di uno sbruffone – ha pure aggiunto:
«Tu invece scommetto che ti addormenti prima.»
«Va bene, scommettiamo.»
Amico mio, tirare fino a mezzanotte senza fratelli, con mamma e babbo che pensano solo alle carte, è un casino per restare svegli.
A sei anni Tommaso non ha mai desiderato un fratello come adesso.
Accende la televisione. I cartoni animati. Belli e di compagnia prima, ma poi diventano noiosi e distanti. Tommaso inizia a perdere il filo della storia. Soprattutto non capisce come diavolo faccia questa Alice a diventare ogni volta minuscola e gigante quasi per caso. Pian piano vede solo immagini che passano, mentre nella mente voci e parole si confondono in un dolce brusio di ninnananna.
Ma in quest’ultima notte Tommaso è davvero fortunato. Un rumore secco di telecomando caduto in terra dalla mano senza più presa, lo fa sobbalzare, evitando a Giorgio di vincere una rotella Haribo di scommessa.
Rinnegandosi, questo pomeriggio aveva pure deciso di andare a dormire. Perché così stasera sto sveglio di sicuro. Ma la tensione gli covava dentro vigile come una sentinella. E gira e rigira, e sopra e sotto al cuscino, dopo circa un’ora Tommaso è stato costretto a cacciar giù qualcosa di merenda per calmarsi.
Adesso disegno un po’, che così mi passano altri minuti.
Disegna un cielo blu cobalto con tante stelle sopra i tetti della città. Non può disegnare quello che ancora vorrebbe disegnare dentro quel cielo di carta. Non può perché non l’ha mai visto. E non posso farlo sbagliato. Ma giuro che lo vedrò in quest’ultima notte.
Finito. Gli sembra stupendo, come non ne ha mai fatti a scuola con la maestra Clara. Vorrebbe tanto dire: “Guardate qua. L’ho fatto io. Vi piace?”. Ma i quattro adulti hanno già preso a giocare a poker. Di certo non apprezzerebbero a dovere l’opera.
Allora Tommaso va alla finestra e guarda fuori. Pensa che fino a quest’ultima notte il cielo non ha mai fatto cadere la neve. Pensa che altrimenti sarebbe stato facile aspettare mezzanotte. Sarebbe bastato andar giù in cortile e tirar su un pupazzo di neve, come quelli che si vedono nei libri di Natale. E anche se io non l’ho mai fatto perché di neve non ne viene quasi più per niente, sono sicuro che sarei stato capace. Tanto, mica doveva essere bello come il mio disegno. Bastava solo passare il tempo fino allo spettacolo di mezzanotte.
Alla finestra, guarda fuori e vede un cielo buio senza stelle. Di sotto sta un cortile triste senza neve. Però, quasi per magia, Full si è risvegliato dal letargo. Ora giringira tra le gambe del ragazzo. E Tommaso capisce.
Senza dire niente a nessuno prende e se ne va, portandosi dietro il vecchio animale. È pensabile che i quattro non abbiano neppure sentito il rumore della porta.
Tommaso e Full sono in cortile. Fa freddo. Un freddo che aiuta a stare svegli. Inizia a macinare i quattro lati del cortile. Una volta, una seconda, e poi ancora e ancora. Non vuole smettere fin quando non sarà il momento. Sempre per magia Full continua a seguirlo.
Ora non sa quanto tempo sia passato. Sa però di avere tanto freddo sulla faccia, il naso che cola e le gambe che tremano. Vorrebbe maledire il suo amico Giorgio, in questa ultima notte dell’anno che ricorderà per tutti i suoi futuri anni.
Ma ecco che quando pensa di non farcela più, vinto e pronto a riprendere le scale in salita, ecco che tutto accade. Quel cielo nero e vuoto comincia a illuminarsi di mille stelle colorate. Sparate da non si sa dove, luccicano negli occhi di Tommaso. Alcune brillano in grappoli cadenti, altre lampeggiano come razzi nel buio.
Mentre rimira la sua ragnatela di luci alte sopra i tetti, Tommaso pensa un attimo ad Alice e spera che non solo in quel paese la meraviglia di un minuto possa non finire mai.

Alessandro Gnani

Il racconto L’ultima notte appartiene alla suo autore, che ringrazio per la gentile concessione.

Vi è piaciuto il racconto L’ultima notte?

Se la risposta è si vi segnalo il Libro di Alessandro Gnani, C’era una notte a Berlino. Potete avere tutte le info sul libro qui –>C’era una notte a Berlino.

Ringrazio sempre la mitica giuria di blogger che valuta assieme a me questi racconti:

La libraia matta 90

A tutto volume libri con Gabrio

Il Labirinto dei libri

Ec_Shivers’

Al mese prossimo per un altro racconto in esclusiva per voi!

Giorgia

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