Recensione di Pastorale Americana di Philp Roth

Reading Time: 5 minutes

Pastorale americana Book Cover Pastorale americana
Philip Roth
Narrativa
Einaudi editore
1997
Cartaceo- Ebook
458

Seymour Levov è alto, biondo e atletico. Malgrado sia di origine ebraica al liceo lo chiamano "lo Svedese". Negli anni '50 sposa miss New Jersey, avviandosi ad una vita di lavoro nella fabbrica del padre. Nella sua splendida villa cresce Merry, la figlia cagionevole e balbuziente. Finché arriva il giorno in cui le contraddizioni del paese raggiungono la soglia del suo rifugio, devastandola. La guerra del Vietnam è al culmine. Merry sta terminando la scuola e ha l'obiettivo di "portare la guerra in casa". Letteralmente.

«Nessuno attraversa la vita senza restare segnato in qualche modo dal rimpianto, dal dolore, dalla confusione e dalla perdita. Anche a quelli che da piccoli hanno avuto tutto toccherà, prima o poi, la loro quota d’infelicità; se non, certe volte, una quota maggiore.»

Il ragazzo più popolare della scuola ormai settantenne, dopo una fortunata carriera sportiva e con la direzione di una fabbrica alle spalle, vuole incontrare il vecchio amico del fratello del liceo, scrittore affermato, con la scusa di parlare della vita di suo padre per farne un romanzo. Questa è la premessa con il quale inizia Pastorale Americana il più famoso romanzo di Philip Roth, che ci ha lasciato l’anno scorso, il quale gli ha permesso di vincere il Pulitzer nel 1998.

Ma di cosa parla Pastorale Americana?

Dopo l’incontro con l’amico della scuola che gli parla del fratello da poco defunto, quel fratello, noto a tutti come lo Svedese, mito d’infanzia di tutto il liceo, il nostro scrittore inizia a cercare informazioni su di lui; raccoglie giornali e appunti sulla vita di quel mito che ha conosciuto, su quell’uomo perfetto a cui la vita è stata misteriosamente distrutta.
E così comincia il racconto della vita dello Svedese, di come abbia sposato Miss New Jersey e come abbia avuto la figlia che ha sempre desiderato, di come sia vissuto nella casa dei suoi sogni prendendo in carico l’azienda di guanti lasciatagli in gestione dal padre. Un uomo di successo, a cui tutti guardano con ammirazione, a cui la vita un giorno cambia drasticamente: sua figlia sedicenne mette una bomba nell’ufficio postale del villaggio in cui abitano, uccidendo un medico molto benvoluto in zona. E poi scappa, sparendo nel nulla.
Questa è la premessa di un romanzo intenso, duro e brutale; un capolavoro che Roth ha scritto per raccontarci la sua visione amplificatamene distorta del mitico sogno americano.

Non è facile parlare di questo libro perché è un romanzo molto forte, complesso, pieno di sfumature, in cui si parla di davvero molte cose; si parla di politica, di parla di famiglia, si parla di depressione, si parla di errori commessi: ne viene fuori uno spaccato delle insicurezze di un’America che emana perfezione, diventando in qualche modo l’emblema della crisi del sogno americano.

In Pastorale Americana troviamo politica ed estremismo, il sogno americano costruito e poco dopo distrutto; troviamo una donna che non vuole essere considerata solo per il suo aspetto fisico ma soprattutto per quello che ha dentro senza mai però riuscirci, troviamo un uomo che con tutte le sue forze ha cercato di costruire una famiglia solida con dei valori, anche non guardando la verità delle cose; troviamo l’integrità ebraica di un padre che non vuole permettere al figlio di sposare una donna cattolica; troviamo una bambina capricciosa che si trasforma in ragazza e poi donna che ha bisogno di credere disperatamente in qualcosa per poter placare la sua anima; troviamo la storia degli Stati Uniti, la terribile guerra in Vietnam, il terrorismo per combatterla; leggiamo delle fabbriche del New Jersey, degli scioperi operai, dell’esportazione della produzione all’estero; in queste pagine leggiamo sogni e speranze, disperazione, dolore e depressone; leggiamo la forza di un uomo concentrata nel solo scopo di realizzare il suo utopico sogno americano e di avere la sua famiglia perfetta; leggiamo l’esplosione di quel sogno, la sua completa distruzione e disillusione; leggiamo personaggi in apparenza superficiali che nascondono una profondità inaudita; leggiamo il dolore di una famiglia intera che non riesce a farsi carico di una cosa tanto terribile quanto inimmaginabile; leggiamo la follia, la paranoia, il tradimento, i ricatti.

Questo è quello che ho letto io in Pastorale americana: vorrei anche solo minimamente avervi illustrato questo romanzo con queste mie parole, ma Pastorale Americana è molto, molto di più: con la sua struttura narrativa complessa in cui il corso degli eventi è accompagnato da ricordi e le sue profonde analisi psicologiche dei personaggi che lo popolano; questa è una storia immensa che turba il lettore, lo sconvolge con una fotografia cruda e spietata di quel che nasconde la società borghese americana, ciò che sta dietro all’uomo più popolare della scuola, ciò che può essere nascosto dietro a ognuno di noi.

Roth nel suo libro smaschera le apparenze a mostra la vera faccia di un’America che nessuno credeva di conoscere, ci fa vedere i veri pensieri delle persone le cui vite sembrano perfette, ci mostra i loro scheletri nell’armadio, ci mostra le loro paure e le loro insicurezza. Con questo libro l’autore sembra dire esplicitamente: non importa che tu sia bello, ricco, intelligente, amato e venerato da tutti; non è questo che fa la felicità di una persona e ora vi racconto perché. Ecco cosa mi è sembrato volesse dirci l’autore.

La definizione più adeguata per racchiudere cos’è Pastorale americana secondo me è legata alla parola verità: è un libro che parla di verità, che racconta la verità.

Ma allo stesso tempo Pastorale americana non cerca di dare risposte, ma vuole portare a porsi delle nuove domande; sembra per tutto il libro cercare di spiegare, di rispondere, ma in verità il suo scopo non è di trovare una soluzione a una storia. No, l’obiettivo è portare il lettore a riflettere, mostrandogli uno spettro di sentimenti, situazioni portate al limite che però possono essere vicine alla vita di una media persona occidentale; avvicinare lo sguardo a una famiglia distrutta e lacerata, e non trovare qualcuno da accusare, da incolpare o da santificare. Tutti sono colpevoli in questa storia, e lo si capisce solo arrivando alla fine del libro.

In questo romanzo si parte dall’idealizzazione sì un uomo che è inizialmente l’incarnazione della bontà e del sogno americano, per disintegrare completamente questa immagine e raccontare cosa può nascondersi dietro questa idea di perfezione; e di come la sua vita ineccepibile può distruggersi piano fino a logorarlo nel profondo, senza mai capire veramente quali siano state le sue colpe; se non cercare di essere un marito, un padre, un uomo, un imprenditore perfetto. Quindi il romanzo è anche la desantificazione di un uomo che da sempre è stato idolatrato da tutti, un uomo buono, un uomo di successo, un uomo con una bella moglie e una figlia intelligente: questa figura da buona e perfetta quale sembra viene smantellata piano, mostrando tutto quello che c’è veramente nella testa dello Svedese e la sua ossessione di perfezione che lo ha portato alla deriva; non ne viene fuori la descrizione di un uomo cattivo, ma un uomo normale che nella sua vita ha commesso errori e sbagliato molto, come d’altronde fanno tutti.

Analizzando nel dettaglio il romanzo, una delle cose che mi ha più colpito di questo libro è sicuramente l’aspetto politico: si conosce bene da che parte politica Roth fosse, visto che non l’ha mai nascosto e anzi si è espresso sempre in maniera chiara e pubblica, ma in questo scritto, che in un certo senso è anche un romanzo politico, lo scrittore non prende nessuna posizione: anzi al contrario prende due fazioni estreme e completamente opposte e le demolisce pian piano, quasi portandole sullo stesso piano, demonizzando entrambi le parti e facendo vedere cosa c’è di sbagliato in entrambe.

Cosa ne penso di Pastorale Americana?

La mia prima reazione alla fine di questo libro è stata sgomento ma soprattutto ansia. Una lettura che mi ha lasciato molto turbata, con il quale ho dovuto fare i conti ancora per qualche ora dopo averla finita. Non dico che il libro non mi sia piaciuto, anzi, l’ho letto senza poter smettere in soli due giorni; è un libro gigantesco, spietato, che lascia il segno ma è innegabile dire che sia incredibile come lettura. Ma è stata quella sensazione che mi ha donato una volta finito il libro che mi ha lasciato con dei punti di domanda; quella sensazione che mi ha turbata, dovuta anche alla tanta verità che questo ci racconta senza mezzi termini, tanta nudità d’animo raccontata in un solo libro.

Pastorale Americana è un romanzo immenso, intenso, che turba e scuote gli animi, che ci mostra il lato oscuro dell’America borghese e perbene. Da leggere per assistere alla parabola discendente della tanto desiderata pastorale americana dello Svedese, per guardare al declino lento ma inesorabile della vita di un uomo.

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Alla prossima settimana per un’altra recensione…
Ma Se volete leggere altri consigli di lettura, li trovate tutti qui–> Recensioni Libri

Giorgia

Reading Time: 5 minutes Il ragazzo più popolare della scuola ormai settantenne, dopo una fortunata carriera sportiva e con la direzione di una fabbrica alle spalle, vuole incontrare il vecchio amico del fratello del liceo, scrittore affermato, con la scusa di parlare della vita di suo padre per farne un romanzo. Questa è la premessa con il quale inizia Pastorale Americana il più famoso romanzo di Philip Roth, che ci ha lasciato l’anno scorso, che gli ha permesso di vincere il Pulitzer nel 1998.
Eccovi la mia recensione..

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