Musica&Versi - I versi di pace di Bob Dylan in Blowin' in the wind

VersInMusica – I versi di pace di Bob Dylan in Blowin’ in the wind

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Una canzone, diceva la mia professoressa d’italiano alle superiori, molte volte può essere profonda come una poesia. Per far appassionare noi giovani adolescenti alla profondità della poesia, infatti, ci faceva analizzare i versi delle canzoni di Bob Dylan, Lucio Battisti e De Andrè. Con il senno di poi quella professoressa forse è stata una delle migliori che io abbia mai avuto, un po’ anticonformista e con degli approcci all’insegnamento che ora mi sembrano rivoluzionari.

Da questa premessa vorrei presentare una nuova rubrica, dal nome VersInMusica: mi voglio lasciare ispirare dalla profondità di alcune canzoni e autori, per parlarvi di alcune delle più belle di queste e dei cantautori più importanti, quelli con le loro parole hanno lasciato un segno profondo nella storia.

Oggi vorrei iniziare a parlarvi di Bowin’ in the wind, di Bob Dylan, per omaggiare uno dei più grandi cantautori americani; ma anche quella speciale professoressa, di cui non ricordo il nome ma ricordo bene gli insegnamenti.

Eccovi il testo della canzone

How many roads must a man walk down

Before you can call him a man?

Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail

Before she sleeps in the sand?

Yes, ‘n’ how many times must the cannonballs fly

Before they’re forever banned?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain exist

Before it’s washed to the sea?

Yes, ‘n’ how many years can some people exist

Before they’re allowed to be free?

Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,

Pretending he just doesn’t see?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind

How many times must a man look up

Before he can see the sky?

Yes, ‘n’ how many ears must one man have

Before he can hear people cry?

Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows

That too many people have died?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind.

Blowin’ in the wind ha un testo meraviglioso e profondo, ed è sicuramente degno di essere paragonato a una poesia. Credo che sia uno dei motivi per cui nel 2016 Dylan vinse il Nobel per la letteratura: la sua capacità di emozionare con le parole da lui scritte, che oltre a essere diventate icona, riescono a toccare nel profondo.

La canzone è stata scritta nel 1963 e cantata per la prima volta da Dylan il 16 aprile di quell’anno, ed è un chiaro inno alla pace, come testimonia lo stesso cantante.

«Io continuo a dire che i peggiori criminali sono tutte le persone che girano la testa dall’altra parte quando vedono il male e sanno che è male. Ho solo ventun’anni ma so già che ci sono state troppe guerre… E voi che avete più di ventun’anni dovreste essere anche più saggi. La maniera migliore di rispondere a tutte queste domande è porsele. Ma molte persone devono prima trovarsi nel vento.»

Blowin' in the wind
Bob Dylan nel 1963

Il testo presenta una struttura del 3+1: tre strofe che sono composte da una serie di domande.
Contestualizzando storicamente le parole di Dylan, ci troviamo negli anni ’60 negli Stati Uniti, che sono in guerra contro il Vietnam. Molti sono stati, in quel periodo, i dissensi popolari al riguardo di questa guerra voluta dai potenti; Bob Dylan, come altri artisti del suo tempo, si espone e scrive questa poesia per cercare di portare alla riflessione.

Perfetto per questo l’uso delle domande che stimolano il pensiero critico e aiutano a meditare su un male tanto grande come la guerra, e più in generale i mali del nostro mondo.
Queste domande, quasi retoriche, sono ricche di metafore, anafore e parallelismi, per addolcire un tema aspro come quello trattato.

Il ritornello di Blowin’ in the wind è l’unica soluzione alle domande poste da Dylan, e, a parer mio, aperto a diverse interpretazioni, essendo enigmatico e criptico di per se: «La risposta soffia nel vento».
Il significato che posso trovarvi io è che i tanti avvenimenti negativi che ci circondano come la guerra, la povertà, il razzismo e l’odio non hanno una risposta, le parole si perdono nel vento. I fatti restano però. Dire queste cose ad alta voce, protestare contro questi mali potrebbero essere la soluzione. Portando al cambiamento.

Blowin’ in the wind è una canzone davvero espressiva, ed è diventata simbolo di un periodo storico di cambiamento; ho voluto inaugurare la rubrica VersInMusica con queste strofe perché le sue parole sono molto più attuali di quel che si possa pensare per i temi verso cui spinge chi la ascolta a riflettere. In un periodo in cui la tolleranza sta diventando molto poca nel nostro pianeta, penso che è bene ricordare i versi di pace di Bob Dylan.

Giorgia

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